L’Intelligenza Artificiale: ci Aiuta veramente o ci “Ruba” il Lavoro?

L’Intelligenza Artificiale: ci Aiuta veramente o ci “Ruba” il Lavoro?

intelligenza artificialeDimmi, cos’è l’amore?” – “L’amore è prima sgranare gli occhi leggermente e accelerare la respirazione un pochino e riscaldare la pelle e toccarsi…” questa è la definizione di “amore” data da un essere artificiale al suo creatore, nella pellicola “A.I. – Intelligenza Artificiale”, diretta da Steven Spielberg nel 2001.

Ebbene sì, scegliamo di parlare di AI proprio partendo dal concetto più astratto e soggettivo per l’uomo, perché da qui possiamo capire la differenza fondamentale uomo/macchina.

Che cos’è l’Intelligenza Artificiale? Molto banalmente, possiamo intenderla come l’abilità di un computer di svolgere funzioni e ragionamenti tipici della mente umana; un emulatore che ricerca la regolarità nascosta in set di dati potenzialmente vastissimi. Se chiedessimo ad alcune persone di dare una definizione dell’amore, sicuramente ci troveremo con un’enorme rosa di risposte in mano, tutte diverse tra loro, molto soggettive, personali e ragionate. Ognuno risponderà in base alle sue esperienze di vita, alle sue capacità cognitive, selezionando e riflettendo su ciò che ritiene arbitrariamente più giusto per definire questo sentimento.

Quello che fa una macchina artificiale è il processo contrario, cerca di trovare la regolarità e l’oggettività per poter delineare qualsiasi cosa. Ciò che separa intelligenza umana ed artificiale è la fatica che quest’ultima deve affrontare quando i territori non sono chiaramente definiti, quando giocano un ruolo importante il ragionamento, il buon senso e il significato profondo.

Bene, ora che dovremmo aver compreso la discriminante fondamentale tra intelligenza (umana, ovviamente) e Intelligenza Artificiale (IA), possiamo parlare dell’evoluzione esponenziale che sta avendo quest’ultima. Ricerche e sviluppo di sistemi che si basano sull’IA, negli ultimi anni, stanno prendendo piede in maniera preponderante, lo confermano sia gli investimenti fatti che le numerose start-up che nascono per ampliare e sviluppare il settore.

 

Intelligenza Artificiale, tra machine e deep learning cresce a ritmi vertiginosi

Secondo uno studio, a livello globale, sviluppato dalla Gartner, azienda leader mondiale nella consulenza strategica, “The Business Value of Artificial Intelligence, Worldwide, 2017-2025”, il giro d’affari delle soluzioni aziendali costruite su piattaforme di Intelligenza Artificiale crescerà a ritmi vertiginosi nei prossimi dieci anni e siamo pronti a registrare un +70% già nell’anno in corso.

Prima di procedere all’escalation dei campi di applicazione attualmente più gettonati, vorremmo però introdurre due concetti strettamente legati allo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale: il “machine learning” e il “deep learning”. Ne sentiremo parlare molto, anche in termini di applicabilità di questa tecnologia, pertanto è necessario che, almeno in due parole, proviamo a spiegarti cosa significano. Il machine learning (o apprendimento automatico) può essere inteso come un insieme di metodi di calcolo che utilizzano l’esperienza per migliorare le prestazioni o per effettuare delle previsioni accurate.

Si accosta alla modellazione statistica, per certi versi: raccoglie dati, li analizza e si migliora. Il computer è in grado di addestrare l’algoritmo e migliorarlo sulla base di ciò che ha “imparato”. Per la serie: potevo scegliere tra A e B, ho scelto A e ho sbagliato, la prossima volta sceglierò B. Il deep learning (o apprendimento profondo) è ispirato dalla struttura e dalla funzione della mente umana, l’emulazione di come gli esseri umani apprendono, cioè tramite una gerarchia dei concetti, a cascata. Esso è definibile come una sottocategoria del machine learning, implica l’utilizzo di moltissimi più set di dati e si propone di risolvere i problemi del più anziano padre, machine learning.

 

La realtà è che l’Intelligenza Artificiale è già integrata nella nostra vita quotidiana

Fino adesso abbiamo parlato in maniera molto concettuale e poco pratica, quasi a volerla delineare come un’entità astratta e lontana, quasi come la trama di un film fantascientifico che parla di un futuro indefinito, ma a noi prossimo. La realtà è che l’Intelligenza Artificiale è già immersa ed integrata nella nostra vita di tutti i giorni, è entrata in maniera talmente silenziosa da essere data quasi per scontata. Invece si sta evolvendo sotto i nostri occhi, alla velocità della luce. Ma veniamo, dunque, al nocciolo pratico della questione: quali sono, attualmente, gli ambiti di applicazione dell’IA? Non possiamo elencarveli tutti, perché sono davvero tantissimi, ma possiamo fare una top ten di quelli più utilizzati e in via di sviluppo.

10) Editoria

Ebbene sì, anche i giornalisti hanno dei rivali! Se pensavate che l’IA avrebbe sostituito solo processi meccanici, magari per catene di produzione su larga scala, sbagliate. Questi colleghi elettronici possono scrivere notizie e anche se non sono ancora in grado di parlare di fatti di cronaca o approfondire argomenti, possono scrivere brevi notizie sportive o, magari, finanziarie. E non dormono mai!

9) Sicurezza

Pensate a quando andate all’aeroporto, ad esempio. Per passare i controlli siete esaminati da migliaia di telecamere e scanner. Queste informazioni vengono processate, registrate e analizzate. Il deep learning integrato in questi meccanismi di sicurezza ci permette, non solo di riconoscere eventuali facce sospette presenti nel database, ma di notare subito schemi di comportamento che possono essere un segnale d’allarme.

8) Finanza

Esistono sistemi di AI che sorvegliano le transazioni bancarie: sono addestrati ad accorgersi di eventuali incongruenze e a segnalarle repentinamente. Mi viene in mente quella volta in cui, appena sveglia, ho ricevuto notizia di una transazione a Detroit. Io non sono mai stata nel Michigan…

7) Videogiochi

I videogiochi sono una delle applicazioni dell’Intelligenza Artificiale più diffuse. Gli algoritmi di AI permettono ai personaggi, agli ambienti, alle storie di evolversi secondo il comportamento del giocatore, creando situazioni sempre nuove e imprevedibili.

6) Smart Home

Una delle applicazioni più interessanti dell’Intelligenza Artificiale riguarda l’automazione domestica. Si tratta di tutti quei sistemi che gestiscono gli ambienti in termini di temperatura, illuminazione, sonorità in base alle nostre abitudini e alle nostre preferenze.  Esistono già in commercio dei termostati intelligenti che sono in grado di capire quante persone ci sono una stanza e tapparelle elettriche collegate al nostro smartphone che si chiudono da sole quando usciamo di casa e si riaprono al nostro ritorno. È anche conosciuta con il nome di domotica.

5) Smart car

Alcune auto di ultima generazione tengono sotto controllo il traffico attorno a noi, ci anticipano sulla frenata in caso di rallentamento improvviso e sono anche in grado di seguire da sole le corsie della strada. Queste vetture sono in grado di valutare l’ambiente circostante nel suo complesso.

4) Marketing & commercio

La previsione dei bisogni potrebbe davvero fare la differenza per i grandi del commercio online, consentendo un incremento delle vendite davvero notevole. Un po’ come avere un bersaglio ed essere già certi che la nostra freccetta andrà dritta al centro, massimizzando il nostro punteggio.  Diverse aziende, tra cui Amazon, stanno lavorando ad algoritmi di AI in grado di capire che cosa avremo bisogno nell’immediato futuro, prima che noi stessi ce ne rendiamo conto. Insomma, un bel calcio alla “teoria dei falsi bisogni” di Herbert Marcuse.

3) Sistemi di raccomandazione (e di monitoraggio!)

Anche in questo caso il sistema punta ad analizzare l’uomo e i suoi gusti personali. Gli algoritmi possono imparare a darci suggerimenti di consumo e di acquisto, in linea con le nostre preferenze. Chi li usa? Netflix per consigliarti i filmSpotify per segnalarti la musica. E, ovviamente, Facebook: l’algoritmo sceglie quali post farci vedere.

2) Assitenti virtuali

Ormai non si contano più le persone che, per strada, senti ammiccare con un “Hey, Siri!” o “Ok, Google!”. Gli assistenti virtuali rispondono ai nostri comandi vocali per ricordarci un impegno, effettuare ricerche sul web, inviare un SMS o rispondere a una telefonata. Questi software utilizzano algoritmi di Intelligenza Artificiale per il riconoscimento del linguaggio ma anche per imparare col tempo le nostre abitudini e preferenze e venire incontro sempre meglio alle nostre esigenze.

Leggi anche Cerchi un assistente virtuale? Prova la Live Chat

1) Servizio clienti

“Posso esserti d’aiuto?”, ormai moltissimi siti si affidano a questi chatbot (chat di supporto ai clienti), nell’ultimo periodo abbiamo notato una crescita esponenziale di queste finestrine che si aprono automaticamente in basso a destra, appena si accede ad un sito. Queste applicazioni si basano su sistemi di Intelligenza Artificiale evoluti e sono in grado di capire che cosa sta chiedendo loro il cliente, qual è il problema e fornire la risposta più adatta alle sue esigenze.

 

Intelligenza Artificiale: per l’uomo è connubio vincente o tragedia annunciata?

Dunque, connubio vincente o tragedia annunciata? Per quanto mi riguarda il connubio è assolutamente vincente; da amante della tecnologia e delle novità, sono fermamente convinta che, in certi ambiti, l’introduzione dell’Intelligenza Artificiale sia un’arma vincente, che porterà molto progresso. Ammetto che questi algoritmi che ci conoscono quasi meglio delle nostre madri e che prevedono ciò che vorremo desiderare sono piuttosto inquietanti, ma se guardo il tutto da un punto di vista commerciale… l’incremento non può che essere certo.

In alcuni ambiti c’è ancora moltissimo da migliorare: uno su tutti è il servizio clienti gestito tramite chatbot, che personalmente trovo piuttosto frustrante, perché le cose sono due: o in molti casi gli algoritmi sono stati acquistati a fine saldi oppure c’è ancora molto da perfezionare.

In ogni caso, dietro ogni macchina artificiale, dovrà sempre esserci un uomo.

Entrambi hanno dei limiti, ma il loro matrimonio può funzionare, insieme possono essere “uno”, forse anche “uno+”. Per quanto riguarda la tragedia annunciata, dovuta alla perdita di lavoro per l’uomo, purtroppo questo è effettivamente vero, ma di una cosa sono fermamente convinta: gli esseri umani saranno ancora indispensabili e il guadagno in produttività potrà essere raggiunto solamente se gli uomini lavoreranno fianco a fianco con le macchine. Questo modificherà profondamente il mondo del lavoro: sarà necessario un alto grado di cooperazione fra lavoratori e tecnologie, ma questo cambio non deve “paralizzarci”, solo stimolarci. Se ci pensi, è già successo, il XX secolo non è stato meno pieno di novità “spaventose”: si chiama progresso.

Guest post a cura di Laura Santini

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