Il video mapping aumenta la realtà fino a creare fantastici mondi paralleli nell’arte. Ma è anche un mezzo per catturare il pubblico di un evento. Diventare un professionista del settore ti stuzzica? Molla i tutorial e leggi subito come specializzarsi in video mapping seriamente.
Video mapping, ecco dove arriva la nuova frontiera dell’arte (e della pubblicità)
Stai pensando di lanciarti nel mondo dell’arte 3.0? Sappi che il video mapping è l’opzione migliore! E’ il top negli spazi chiusi diventando interattivo, per esempio in musei, teatri o gallerie. Geniale anche negli eventi all’aperto come concerti, feste, spettacoli e presentazioni. La grande notizia è che il video mapping non è più solo per pochi esperti ma una vera e propria attività professionale di nicchia negli eventi culturali. Diciamola com’è: implica anche un po’ di marketing pubblicitario che attira le masse sul prodotto. A patto che lo spettatore resti sconvolto da quel che vede. Niente paura: anche se non te la cavi affatto come fotografo o videomaker puoi lavorare lo stesso nel settore, avendo i requisiti basic:
- capacità di editing e di storytelling, per la sceneggiatura della proiezione incentrata sul soggetto dato dal cliente
- conoscenza dell’arte e dell’architettura, per studiare stili e forme delle immagini e adattarle al supporto fisico su cui le proietti
- conoscenza di effetti sonori, musicali e di illuminazione, che aumentino l’impatto delle immagini sul pubblico
- uso di software per il dimensionamento, l’animazione e la creazione di effetti ottici speciali.
Se pensi di non essere all’altezza ti sbagli: l’accesso ai corsi di specializzazione in video mapping sono soprattutto per esperti d’arte e di cultura in genere. Non sei convinto delle tue competenze e (soprattutto) del tuo budget? Scopri cosa ne dice Paolo Passarelli, esperto in video mapping già sulla cresta dell’onda.
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Video mapping 3D, le mosse giuste: i consigli dell’esperto Paolo Passarelli
Stai pensando di lanciarti nel mondo del lavoro come esperto di video mapping, ma ti chiedi se è la scelta giusta e soprattutto se puoi farcela da solo. Paolo Passarelli, esperto del videomapping 3D, ti toglie i dubbi. Sua la proiezione sulla Fontana di Trevi a Roma e sue le proiezioni dello spettacolo “Polvere” tenuto a Taranto lo scorso luglio, vincitore del premio trac Puglia. Ecco cosa gli abbiamo chiesto.
Addlance – Cos’è il video mapping 3D?
Paolo Passarelli – Il video mapping 3D è una delle tecniche più immersive di questo mondo digitale, poiché smonta e ridisegna l’architettura della superficie mappata. Si tratta di un linguaggio nuovo che cresce esponenzialmente nel tempo e non ha limiti di alcun genere, passando da superfici solide a quelle liquide, da palazzi imponenti a micro mapping, grazie all’avvento delle stampanti 3D. Uno dei miei ultimi lavori è stato a Pompei, nel museo digitale dove abbiamo realizzato l’Anfiteatro, il Foro, le Terme e altri siti pompeiani in scala con stampe 3D e il video mapping accompagna il fruitore nel quotidiano dei tempi antichi.
A – Video mapping costi: chi è il “cliente – tipo” e che budget bisogna stanziare per realizzarne uno?
P.P. – I clienti sono tra i più vari. Si va da grossi eventi pubblicitari, case di alta moda, teatri, eventi sportivi, festival e feste medio grandi fino a privati che vogliono rendere magico un momento particolare della loro vita. I costi e la squadra di produzione dipendono dall’entità del progetto oltre che dal numero di proiettori e dalla complessità di lavorazione digitale. Per i videomapping su facciate esterne bisogna considerare che l’inquinamento luminoso e il colore della superficie stessa possono essere “i nemici” di una buona proiezione. La soluzione è utilizzare proiettori più potenti anche 15000, 20000 o 30000 lumen oltre al numero stesso di questi. Grandi proiezioni come a Mosca o a Bucarest per il festival Imapp arrivano anche a un sistema di 60 proiettori o più da 20000 lumen l’uno. I costi d’affitto di un solo proiettore così potente variare da 1000 a 3000 euro al giorno. In conclusione il budget per un mapping è la somma tra:
- il costo o l’affitto del /dei proiettori
- l’attrezzatura varia di supporto e un computer abbastanza potente
- i tempi per la produzione video
- il lavoro creativo dei professionisti.
A – Quante persone lavorano alla realizzazione di un video mapping? C’è una cooperazione tra varie figure freelance, tra esperti di settori contigui o può fare tutto un unico professionista?
P.P – Le grandi produzioni di eventi lavorano connettendo più reparti tra loro come è accaduto per la performance video mapping di Fontana di Trevi del 2014, in occasione della presentazione alla candidatura olimpiadi 2024. Sceneggiatori, regista, art director, motion designers, modellatori e animatori, compositors e montatori possono essere tutti reparti separati e connessi nella produzione di un video mapping o essere racchiusi in un’unica figura: questo dipende dal budget e dalla grandezza dell’evento.
Ricapitolando: Passarelli ha raccontato la sua esperienza professionale tracciando una via. A questo punto la domanda è: come puoi specializzarti in videomapping. Leggi di seguito le opzioni che abbiamo cercato per te!
Come specializzarsi in video mapping: le opzioni dell’esperto (e le nostre)
Paolo Passarelli non ha dubbi: il video mapping è la professione del momento. Le sue dritte ti convincono sulle tue potenzialità e sul budget. Ma sei a digiuno di tecnica e non vuoi improvvisarti. Come prepararti? Gli abbiamo fatto una domanda anche su questo:
A – Come si diventa esperti di video mapping?
PP – Mi sono avvicinato al video mapping grazie alla tesi universitaria, con due amici Andrea Rocca e Edoardo Olivetto, poi diventati miei colleghi in Neocortex project. Abbiamo realizzato un plastico in scala proiettandovi giochi grafici molto elementari. E’ qui che è nato l’amore per questo mondo magico. Il grande salto è stato dopo un master in Computer Grafica: insieme, abbiamo acquistato un proiettore Epson da 3000 lumen che ci ha permesso di sperimentare (soprattutto) e di capire meglio le potenzialità e il gioco illusorio del mapping.
A – Ci racconti un po’ degli attrezzi del mestiere: dai video mapping software ai proiettori per video mapping, tutto l’occorrente per un risultato di successo
PP – Attualmente utilizzo 2 proiettori Optoma da 6400 ansi lumen l’uno e i software sono Cinema 4D, After Effects e il pacchetto Adobe, Resolume Arena per la mappatura e il live.
Insomma, meglio prepararsi in tempo per entrare nel mercato seriamente. Ti consigliamo due percorsi formativi completi che possono interessarti:
- quello gratuito di IRES, in “Tecniche di video mapping per la creazione di eventi” che si tiene a Udine. Aperto a 12 allievi, richiede un titolo di studio in materie artistiche, storiche o culturali. Dura 180 ore dal novembre 2021 al gennaio 2022
- lo short master dell’Istituto NUMEN di Milano che insegna aspetti tecnologici ma anche la creazione e gestione di un evento nella sua complessità. E’ a numero chiuso e non richiede titoli particolari per l’accesso. Basta avere un computer portatile, dato che si frequenta anche in streaming.
Infine, sul web esistono decine di tutorial che mostrano come trasformare in poco tempo le immagini 2D in un videomapping 3D: occhio però, non rilasciano nessun attestato per farne una professione.
Secondo Paolo Passarelli, esperto di video mapping, in questo mestiere servono “immaginazione e assenza di limiti creativi, oltre a tanta pratica”. Metticela tutta e fatti aiutare subito da Addlance!
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