La tua attività langue e ti sei accorto che i competitor vanno a gonfie vele. Vorresti sapere perché? Non disperarti: analizza i punti di forza della concorrenza con il benchamarking online e migliora le tue performance! Ecco tutto quel che c’è da sapere per tornare sulla cresta dell’onda.
Benchmarking online, in pari con la concorrenza in 4 punti
Ti sei accorto da un po’ di tempo che la tua attività non va come dovrebbe. Prima di dare la colpa alla crisi o all’emergenza Covid, pensa invece che potrebbe trattarsi di scarsa qualità. Magari per un problema di customer care, di brand awerness o semplicemente cattiva comunicazione. Anche perché hai scoperto che i tuoi competitor vanno alla grande, rubandoti addirittura i clienti. Invece di mangiarti il cappello come Rockerduck ad ogni smacco di zio Paperone, comincia a usare il benchmarking. Ti diciamo subito cos’è: nel glossario del marketing, è “il metodo di valutazione delle competenze di un’organizzazione basato sul confronto con i best in class, usati come parametro di riferimento, i benchmark“. Ti sembra complicato? Niente paura, in parole povere:
- Individui i tuoi concorrenti più bravi in base ai loro risultati sul mercato
- Confronti la tua attività con la loro, usando dati oggettivi
- Dai un voto alle performance della tua azienda rispetto alle loro
- Pianifichi provvedimenti per raggiungere anche tu “buoni voti”, nei settori più scarsi.
Con questo metodo anche la tua attività può entrare a testa alta nel club delle “best in class“. Basta conoscere tutto sul benchmarking: significato, procedura, storia e software online che agevolano il lavoro. Ma soprattutto, basta ingaggiare un freelance competente per gestire e interpretare i dati e scegliere i benchmark. Leggi di seguito quel che c’è da sapere per raggiungere i livelli qualitativi della concorrenza in poche mosse.
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Conquistare la qualità: storia e metodi del benchmarking
Il benchmarking ti aiuta a riacquistare la qualità aziendale perduta e a migliorare le performance sul mercato. Lo fai dando un voto ai benchmark, dopo averli studiati attentamente. I primi maestri in questo sono i Giapponesi: oramai è noto che per inventare un nuovo prodotto modificano i prodotti delle altre aziende concorrenti. Adottano questa procedura dagli anni Cinquanta, grazie agli americani Edward Deming e Joseph Juran, inventori del processo di benchmarking negli Stati Uniti. I due ricevendo una porta in faccia dalle aziende americane, senza scoraggiarsi, sono andati a sperimentarlo in Giappone, nazione alla ricerca di riscatto economico. I giovani manager nipponici sono umili, desiderosi di progredire e disciplinati nello studio. Il risultato spacca sul mercato. Al punto che i Giapponesi vengono accusati per un ventennio di copiare i prodotti occidentali.
In realtà li comprano, li smontano e li studiano attentamente. Individuano i benchmark, li valutano e creano un nuovo prodotto, migliorando quello originario. Nell’era tecnologica fanno un altro passo avanti: applicano il benchmarking non solo in una parte dei processi produttivi, ma nella riorganizzazione dell’attività aziendale.
Il nuovo processo si chiama T.Q.M. (Total Qualità Management). Non è altro che la ricerca della best practice, adottata come mission dell’azienda. Ciò fa crescere la brand reputation a dismisura sul mercato, rendendo le aziende giapponesi molto popolari presso i consumatori. Insomma, l’obbiettivo è fornire loro un prodotto “a zero difetti“, per renderli felici ed avere successo. Esattamente quello che vuoi tu.
Attenzione però, esistono 4 tipi di benchmarking:
1) Interno all’azienda, che mette a confronto i suoi settori
Occhio, però: da un lato è bene revisionare l’organizzazione, scovarne i difetti, migliorare gli standard qualitativi. Mettere in comunicazione reparti che “non si parlano”, migliorando le prestazioni. Dall’altro, si esclude il confronto con realtà esterne più evolute. Quindi il livello di performance resta sempre lo stesso.
2) Benchmarking competitivo o esterno
E’ il vero benchmarking, che adotta come termine di paragone i competitor o aziende che operano nello stesso mercato. Basata sul confronto, questo tipo di analisi è complicata da mettere in pratica: difficile che le aziende concorrenti ti facciano studiare le loro strategie. Quando è possibile, il benchmarking competitivo prende informazioni sui livelli di performance in specifiche aree o processi. Oppure sulle strategie che hanno portato a quei livelli. Con una buona analisi capisci quali sono i fattori che hanno determinato il vantaggio competitivo e puoi ricrearli.
3) Benchmarking funzionale o di processo
Confronta la tua con altre aziende leader nello stesso settore, che eccellono in una specifica area funzionale. Per esempio le risorse umane, la produzione, la vendita i sistemi informativi. Riesce perché le aziende coinvolte nella ricerca di dati non si sentono minacciate e sono molto più disponibili a collaborare. Tieni presente però che può essere difficile trasferire alla tua attività prassi e metodi che funzionano bene in un’altra azienda.
4) Benchmarking generico, della best practice
Analizza un solo aspetto di una precisa azienda, riconosciuta come la migliore in assoluto sul mercato. E’ la versione più complicata perché richiede una oggettiva comparazione tra imprese anche molto diverse tra loro.
Nell’era digital non potevano non esserci i benchmarking software che aiutano gli esperti ingaggiati dalle aziende. Ecco cosa ti offre il benchmarking online e come si gestisce.
Benchmarking online, cosa ti offre il web
Non avevi mai pensato al benchmarking come mezzo per qualificare un’attività? Ora che sai di cosa si tratta, sei pronto a usarlo, anche online. Ma cosa offre di preciso il web? I software a pagamento o in free-download sono focalizzati sullo strumento chiave del metodo, cioè il benchmark. Non farti spaventare da questa parola: i benchmark non sono altro che liste di parametri di confronto tra aziende e prodotti. Vengono usati proprio come dei test: spunti le voci che ti interessano e alla fine accumuli un punteggio in base ad ogni risposta data. Così ottieni le valutazioni per capire se vai verso il disastro o puoi salvare la tua azienda.
Nella fase post-benchmarking, poi, mostrando il risultato ad un esperto, costruisci un piano di ristrutturazione aziendale. Tutto dipende, quindi, dalla precisione delle recensioni che tiri fuori e dagli standard aziendali adottati come metro di paragone. Alcuni esperti di marketing hanno creato modelli digitali di benchmark messi a disposizione online per calcolare il voto delle performance aziendali.
Nel 2019, per esempio, il sito Megamarketing.it ha pubblicato dei modelli a 5 punti, specifici per le attività di marketing digitale. Se lavori nel SEO content management, Social Media management, E-mail Marketing e Conversion Rate Optimization fanno per te. Questo strumento interattivo gratuito valuta le tue capacità di business in tutte le aree del framework di pianificazione RACE. Ti assegna un punteggio e consiglia risorse e modelli di e-learning per aiutarti a migliorarle. L’obbiettivo è utilizzare il marketing digitale in modo efficace, aumentandone la qualità.
Geekbench 5 invece, è una piattaforma di benchmark specializzata per misurare le prestazioni di dispositivi hardware, fissi o mobili. Utile per riqualificare l’efficienza e velocità di una rete informatica aziendale, per esempio se ti occupi di E-commerce.
Conclusioni
Adesso hai un’ottima infarinatura sul benchmarking (e sul benchmarking online) ma ora… non sai dove mettere le mani. Se non sei esperto o non hai tempo, cerca subito un freelance competente e buon lavoro!
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