L’e-commerce è il tuo progetto di business? Leggi qui, per non incorrere in illeciti, irregolarità fiscali e multe. Eh già perché se sembra facile (o possiedi reali competenze per) mettere in piedi una vendita online di beni o servizi, non è altrettanto intuitivo sapere norme, regole e adempimenti. Intanto se non lo sai, per e-commerce (o commercio elettronico) si intendono non solo la vendita online di prodotti o servizi, ma anche:
- Le operazioni di Borsa (e finanziarie in genere)
- Gli appalti pubblici per via telematica
- La distribuzione online di contenuti digitali
Ecco qui che anche la commercializzazione dei contenuti digitali, e quindi anche gli infoprodotti, ricadono nell’e-commerce e come tali vanno trattati. Il che significa che anche i marketer o futuri tali, devono essere a conoscenza delle necessarie informazioni su e-commerce e adempimenti fiscali.
Piattaforma ecommerce: dalla vendita occasionale agli obblighi di legge
Hai deciso di creare (o farti creare) una bella piattaforma e-commerce per il tuo business. Sia che tu venda prodotti fisici attraverso il web, sia che tu commercializzi servizi o infoprodotti hai due possibilità:
- Vendere ai privati
- Vendere alle aziende
Se apri un e-commerce e quindi vendi, la tua non si può configurare come prestazione occasionale e non può essere soggetta a ritenuta di acconto. Devi aprire regolarmente la partita Iva, perché viene (praticamente da subito) meno il requisito dell’occasionalità. Diverso è se sei un freelance che offre occasionalmente le proprie prestazioni professionali sponsorizzandosi attraverso la rete. In questo caso può non essere necessario aprire subito la partita Iva. Ma quando l’attività smette di essere occasionale la si deve aprire comunque. Anche da freelance, come un qualunque libero professionista.
Torniamo all’e-commerce. La Direttiva 2000/31/CE stabilisce che si possa aprire una attività e-commerce senza alcuna autorizzazione preventiva (a meno di casi in cui sia necessaria per lo svolgimento a norma di legge della stessa attività). Questa direttiva è stata recepita in Italia dal Decreto legislativo n. 70/2003.
Dovrai però:
- Iscriverti alla Camera di Commercio
- Aprire la partita Iva
- Presentare la Scia allo Sportello Unico per le Attività Produttive del tuo Comune
Tutte queste “incombenze” necessarie hanno delle sigle che ora spiegheremo. Praticamente avrai a che fare con Suap, ComUnica e Scia.
- Suap – Sportello Unico per le Attività Produttive. Devi rivolgerti a quello del Comune nel quale intendi aprire la tua attività, anche se è online. Attraverso il portale governativo Impresa in Un Giorno, verrai messo in contatto telematico con il Suap del tuo Comune e disporrai del procedimento telematico per l’avvio dell’attività o per ogni altro adempimento previsto nel ciclo di vita della tua impresa. Insomma, si fa tutto online.
- ComUnica – contestualmente puoi presentare una pratica unica di costituzione della tua impresa. Anche questo è un servizio telematico, messo a punto da ComUnica Starweb. “Con questo sistema si può ottemperare agli obblighi di legge verso Registro Imprese, Albo Imprese Artigiane (ove la normativa regionale lo consenta), INPS, INAIL, Agenzia delle Entrate e SUAP, inoltrando la Comunicazione Unica ad un solo destinatario che si fa carico di trasmettere a ciascun Ente le informazioni di propria competenza”, si legge sul sito stesso.
- Scia – Segnalazione Certificata di Inizio Attività. È un documento con il quale si sostituiscono autorizzazioni, licenze, concessioni non costitutive, permessi o nulla osta. Con lo stesso modulo auto certifichi i requisiti previsti dalle varie leggi in riferimento al tipo di impresa. Per ogni altra informazione, consulta l’articolo sull’avvio di impresa e di attività, sul portale governativo Impresa in un Giorno.
- Infine, comunica all’Agenzia delle Entrate l’indirizzo del sito Web, i dati identificativi dell’Internet Service Provider, l’indirizzo di posta elettronica, il numero di telefono e di fax. La vendita a operatori economici di altro Paese UE prevede anche l’iscrizione nella banca dati VIES (Vat Information Exchange System).
e-commerce e adempimenti fiscali per la vendita di Infoprodotti
Abbiamo parlato del carattere di occasionalità della vendita. Che sia un servizio (esempio stesura di un comunicato stampa professionale) o un bene (vendita su Ebay) se è attività occasionale è sufficiente una ritenuta di acconto. Per il Fisco, però, nel caso in cui le transazioni e-commerce siano in numero tale da dedurne una certa abitualità, la tua si configura esattamente come una qualunque altra attività di impresa.
Entri così nell’esercizio di impresa commerciale per Commercio Elettronico Diretto e devi dichiarare i tuoi ricavi al Fisco che potrà così calcolare le imposte dirette che devi versare. Queste imposte sono l’Iva (Imposta sul valore aggiunto) e l’Irap (Imposta regionale sulle attività produttive).
Anche se vendi “solo” infoprodotti, dovrai quindi aprire la partita Iva, perché la tua attività sarà continuativa, con una data professionalità e una data organizzazione stabile. La professionalità è data dalla ricorrenza delle tue vendite. Quindi sei obbligato ad aprire la partita Iva, anche se guadagni poco. Ricordiamo che non esiste nessun limite dei 5mila euro, a differenza di quanto comunemente si crede. Questo limite appartiene ad una norma previdenziale che delimita i compensi da non oltrepassare per non essere soggetti alla contribuzione INPS.
Attento a non confonderti anche su un altro punto. E chiariscilo bene a te stesso prima di iniziare. Cosa faccio e chi sono realmente? Perché quando apri la partita Iva sarai:
- Un libero professionista, ovvero lavoratore autonomo (commercialista, avvocato, giornalista,ecc)
- Un commerciante di prodotti o servizi, ovvero farai una attività di impresa
Chiarendoti questo intento di business, potrai aprire la tua specifica partita Iva e nel caso di attività di impresa, un professionista preparato può aiutarti a capire quale forma societaria si adatti meglio al tuo caso specifico. In modo da essere sempre in regola con il Fisco, con le leggi e in modo da pagare il giusto di tasse.
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