Oltre ai (benefici) risvolti per l’ambiente, il risparmio energetico può rivelarsi una buona opportunità di lavoro per quei professionisti freelance con competenze in materia. Dall’APE per determinare la certificazione energetica delle case (indispensabile dal 2005 per vendere, comprare o affittare), fino ai Certificati Bianchi, ecco quello che c’è da sapere se si vuole entrare in questo mercato come professionista.
Risparmio energetico degli edifici: cos’è l’APE e perché è necessario averne una
A partire dal 2005 in recepimento alla normativa europea, in Italia è entrata in vigore la certificazione energetica per gli edifici, ovvero un attestato che certifica il livello di efficienza energetica delle case. L’obiettivo è quello di garantire una maggior trasparenza nel mercato immobiliare in termini di risparmio (ed efficienza) energetica, dato anche che l’impianto di riscaldamento è una delle principali fonti di inquinamento e corresponsabile dell’effetto serra del nostro pianeta.
La certificazione energetica viene effettuata tramite la redazione dell’APE – Attestato di Prestazione Energetica – redatto e rilasciato dal Certificatore Energetico, che è un tecnico abilitato al ruolo. Una variante molto simile è l’Attestato di Qualificazione Energetica – AQE. L’AQE, a differenza dell’APE che è un certificato di terza parte, può essere cioè redatto da un tecnico coinvolto nei lavori sull’edificio.
In base alla normativa vigente, l’Attestato di Prestazione Energetica di un immobile o di un intero edificio deve essere rilasciata in caso di:
- Acquisto di un edificio nuovo (deve essere fornita dalla società costruttrice)
- Affitto di un immobile (deve essere fornita dal locatario)
- Compravendita di immobile (deve essere fornita dal venditore)
- Restauro di importanza rilevante
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Se non si provvede ad ottenere l’APE, le sanzioni possono arrivare a diverse migliaia di euro.
Risparmio energetico degli immobili, il Certificatore e le opportunità per i freelance
Un freelance con background tecnico (laurea in ingegneria, architettura, fisica, matematica, chimica, geologia, agronomia, scienze ambientali) può inserirsi nel mercato del risparmio energetico diventando Certificatore. Il mercato è veramente molto ampio e anche se la competizione c’è, soprattutto a livello locale, è ancora possibile inserirsi professionalmente come Certificatore.
Non hai una laurea nelle suddette discipline? Non preoccuparti: sono abilitati alla professione anche geometri, periti agrari o agrotecnici e periti industriali. Per tutti, è importante seguire un corso specifico e conseguire un attestato di abilitazione. Questi corsi professionali vengono erogati da numerosi enti pubblici e privati: controlla nella tua zona!
Una volta formato, il Certificatore Energetico, dopo un sopralluogo sull’edificio, valuta il grado di efficienza energetica in base a una serie di fattori, quali:
- Riscaldamento dell’immobile
- Grado di isolamento termico
- Esposizione al sole
- Tipo di impianti di illuminazione, ecc
e, a partire da questi parametri, è in grado di redigere un’APE. Il costo di questa attestazione varia dai 100 ai 150 euro, a seconda della regione e della città in cui si trova l’immobile da valutare.
Il Certificatore Energetico freelance può operare grazie ad un proprio network di imprese edili oppure può usufruire di piattaforme online come AddLance, creando un profilo e offrendo la propria prestazione. Questa seconda opzione è valida soprattutto se nell’immobile da certificare non sono stati effettuati lavori di ristrutturazione. Se, infatti, non è stata coinvolta nessuna impresa edile (che può – attraverso i propri collaboratori – compilare un’APE), il proprietario della casa che ha necessità può rivolgersi a piattaforme come AddLance per cercare il proprio tra i Certificatori Energetici freelance.
Risparmio energetico e Certificati bianchi: dai soggetti obbligati alle opportunità per freelance
Forse avrai già sentito parlare di Certificati bianchi. In due parole, si tratta di titoli negoziabili (rivendibili sul mercato) che certificano il risparmio energetico ottenuto grazie interventi che mirano ad incrementare l’efficienza energetica. Vengono chiamati anche TEE, Titoli di efficienza energetica.
Il mercato dei Certificati bianchi, in Italia, è regolato dalla società statale GSE, che è delegata a controllare la validità dei Certificati, di chi ne fa richiesta e l’effettiva consistenza del progetto di efficientamento. Chi può ottenere i Certificati bianchi?
- I soggetti obbligati: società fornitrici di energia, distributori di gas ed elettricità (con più di 50mila clienti finali). Questi soggetti sono obbligati in quanto sono sottoposti agli obbiettivi di risparmio energetico fissati dal Governo. Possono, in alternativa all’implementazione di un progetto di efficientamento, acquistare i certificati. Nel triennio 2017-2020, per ciascun anno di obbligo, sono stati fissati gli obiettivi di risparmio che i distributori devono raggiungere attraverso la realizzazione di interventi di efficienza energetica.
- I soggetti volontari: imprese del settore industriale, terziario ed agricolo. In pratica tutte le imprese non obbligate. Una volta ottenuto il Certificato, queste società possono rivenderlo sul mercato. Quindi per queste aziende il sistema dei certificati costituisce un importante incentivo.
Come fa un’impresa ad ottenere i Certificati bianchi e come può un professionista entrare in questo mercato da freelance
Di solito interviene una società specializzata, detta ESCO (Energy Service Company). Queste società sono focalizzate spesso sui settori più energivori e si prendono carico di valutare dove è possibile migliorare l’efficienza energetica di un’impresa e di valutare l’intervento necessario. Le ESCO possono aiutare la società-cliente ad ottenere i Certificati bianchi tramite GSE. Il progetto di efficientamento viene inizialmente finanziato alla ESCO stessa e ripagato – dopo un periodo di payback – dai risparmi ottenuti. Rimane quindi un margine di guadagno.
Come accennato, il mercato è gestito dalle ESCO che sono società abbastanza strutturate. Tuttavia, poiché la certificazione volontaria è applicabile ad un mercato molto ampio, c’è spazio per il professionista che abbia lavorato in passato nel settore, per proporsi come consulente in progetti di piccola e media portata.
Il consulente freelance, chiaramente, non può implementare da solo un efficientamento a livello industriale, ma può fungere da collante. Innanzitutto, con una funzione di intermediazione presso il GSE, consentendo di semplificare la procedura burocratica per l’ottenimento dei Certificati bianchi. E poi come coordinatore per l’implementazione del progetto, contattando società specializzate per l’esecuzione dei lavori. Il consulente freelance si può inoltre specializzare su diversi tipi di tecnologie e/o industrie.
Il singolo professionista può quindi fornire un servizio completo similmente ad una società ESCO strutturata, pur stando attento a ricavarsi la propria nicchia di mercato, oppure lavorando su progetti di minore portata finanziaria.
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