Il Pop-up store è un fenomeno di temporary retail che miete successi da circa un ventennio nel mondo. In Italia si è diffuso dal 2007, sia nelle maggiori città, sia nei luoghi di vacanza balneare. L’apertura a sorpresa di uno store di breve durata, dedicato a una vendita straordinaria o alla semplice promozione di un brand, piace tantissimo agli shopping addicted e moltiplica i guadagni dei grandi marchi. Il Pop-up store è l’ideale per resuscitare le vendite, a patto di attuare trucchi ben studiati che in un negozio tradizionale non funzionerebbero. Se stai pensando di aprire un negozio online, considera anche di affiancarvi il Pop-up store.
Come è fatto un Pop-up store e come aprirlo
Chiariamo subito che il concetto di Pop-up store si riferisce all’apertura di un negozio temporaneo che i clienti visitano nell’arco di un breve lasso di tempo, in occasione di una promozione o di una vendita straordinaria. Entrambe possono riguardare un unico brand, un servizio, un gruppo di brand a tema o una moltitudine di prodotti, l’uno diverso dall’altro. L’idea del Pop-up store nel mondo ha un gran successo grazie ad alcuni fattori:
-
l’effetto-sorpresa sui clienti già acquisiti, innescato da una formula insolita, fuori dalla routine
- la capacità di attirare nuovi clienti alla ricerca di prodotti non ancora in commercio
- la necessità di testare le offerte, soprattutto quando il brand è in una fase di cambiamento del concept
- il bisogno di pubblicità, attraverso il canale di contatto più immediato con i clienti, quello fisico
- l’unione vincente tra retail, tecnologie, customer care, servizi, architettura, design e grafica
Una volta studiato il profilo del cliente e un concept che attiri per la sua novità, sia formale sia commerciale, si passa alle procedure burocratiche di apertura, che sono diverse rispetto a uno store permanente.
Leggi anche Design d’interni: come fare un concept store
Per questo ti aiutano i regolamenti presenti sui web site delle Camere di Commercio italiane. Quando tutto sarà pronto dovrai comunicare, con una dichiarazione chiamata SCIA, l’inizio dell’attività di vendita al Comune, con un mese di anticipo sull’apertura. Ma insieme alla parte burocratica, non dimenticarti di inserire nel budget di spesa anche:
- una campagna pubblicitaria per annunciare l’apertura del tuo Pop-up store, che sia in netto anticipo sulla data di debutto
- una location facilmente raggiungibile, in una zona ludica, ricca di servizi. Se si tratta di uno spazio urbano, occorrerà chiedere il permesso per occuparlo pagandone i diritti; se si tratta di un immobile, stipulerai un contratto di affitto temporaneo ad uso commerciale
- le consulenze di un architetto, di un designer e di un grafico, che ti aiuteranno a creare un ambiente empatico e funzionale
- le figure professionali necessarie per la gestione dello store: ovviamente più servizi includerà e maggiore sarà il lavoro da fronteggiare
C’è una nuova categoria di Pop-up store che sta prendendo piede, di pari passo alla crescita delle vendite online. Esiste infatti già da qualche tempo il temporary store senza casse, ossia il Pop-up store per l’E-commerce. Vediamo in cosa consiste.
Aprire un negozio online, il Pop-up store per l’E-commerce B2B. Gli esempi migliori
I Pop-up store sono luoghi di scoperta e di acquisto fuori dall’ordinario ma, attenzione: possono offrire anche esperienze sensoriali del prodotto senza prevederne l’acquisto in negozio. E’ il caso dei Pop-up store collegati ai servizi e all’E-commerce: una scoperta utilissima, fatta da colossi come Amazon e Facebook che contano in questo modo su una forma promozionale concreta del prodotto virtuale.
Leggi anche Aprire un negozio online, ciò che vince
Negli Stati Uniti hanno avuto grande successo i Pop-up store messi su, nel periodo natalizio, dalla catena di distribuzione Macy’s, contenenti brand e prodotti popolari sui social, sui quali Facebook ha applicato il suo logo. A partire da febbraio 2019 si prevede l’apertura di altri Pop-up store targati Facebook, che includeranno addirittura il No-profit. La particolarità di questi speciali temporary store è che al loro interno non si compra, ma si “testa” la qualità delle cose, esercitando i cinque sensi. Ciò innesca un circuito di rinnovata fiducia verso l’E-commerce, piuttosto in discesa stando alle ultime statistiche. Lo scopo è inoltre quello di indurre i brand a investire negli annunci pubblicitari su Facebook e Instagram, dando loro la possibilità di incentivare l’interesse per lo shopping online, giudicato spesso dal grande pubblico distante dalla dimensione umana.
Anche il Pop-up store di Amazon, aperto a Milano nel breve periodo del Black Friday, ha dato una scossa agli acquirenti mettendo a loro disposizione uno store offline di 500 mq, ricco di servizi per il tempo libero, ma del tutto privo di casse. In questo caso il cliente veniva invitato a usare tramite app mobile il barcode di ciascun prodotto, ripescandolo in un secondo momento dal website Amazon. Un’operazione che ha avuto successo: la tendenza al retail fisico, per il colosso dell’Ecommerce mondiale, continua infatti con il cibo, grazie all’acquisto dell’azienda alimentare Whole Foods. Amazon prevede infatti di avviare la vendita online di cibo biologico, supportata da temporary store ricavati nei 400 punti vendita già esistenti dell’azienda acquisita.
Leggi anche E-commerce food, conviene aprirne uno?
Altro esempio di E-commerce collegato ad un Pop-up store fisico è quello di Westwing, brand che dal 2011 vende online mobili e accessori per la casa. Aperto solo in occasione del periodo natalizio a Milano, ha coinvolto una fascia di utenti suggestionata dall’entusiasmo di arredare gli ambienti dei propri sogni. Lo store è fatto da un involucro lasciato volutamente grezzo, illuminato da grandi finestre, arredato con oggetti di tendenza e accessori per decorare: tutto da vivere al momento ma da acquistare online, dal proprio PC o dallo Smartphone.
Infine, il Pop-up store dei servizi online trova il suo esempio migliore nel Gumtree Temporary Café di Sidney. Il brand è quello di un sito di annunci famoso in Inghilterra e Australia, che per soli 4 giorni ha aperto un bar arredato con gli oggetti messi in vendita dai suoi clienti, negli annunci stessi. Un furbo espediente per mettere d’accordo pubblicità e retail, sfruttando la socializzazione. Il concept dello store infatti, ha rispecchiato le abitudini di migliaia di persone che credono nei ricordi e nelle collezioni di oggetti, proponendo uno spazio simpaticamente disordinato e stravagante, stile “vecchia soffitta”, da vivere con gli amici.
Parti subito con il progetto del tuo Pop-up store
Non è necessario un grande spazio per aprire un Pop- up store: può essere anche un box, colmo di prodotti insoliti o in offerta, facilmente smontabile e rimontabile in uno spazio urbano centrale, su una spiaggia, in una piazza affollata. Chiedi subito l’assistenza dei freelance giusti per partire con il progetto!
0 commenti