Come Creare un Fumetto in 4 Mosse

Come Creare un Fumetto in 4 Mosse

5 Mag 2018 | Articoli su Design

Creare un fumetto significa voler raccontare: una storia, un episodio, una sensazione, un fatto di cronaca. In qualunque cosa vogliamo narrare, ciò che conta è “la sincerità nel restituire.. nelle emozioni, non negli eventi” (Zerocalcare, fumettista italiano). E come si fa a raccontare qualcosa? Cosa ci serve? Ecco una strategia in 4 mosse, su come creare un fumetto, anche se, ovviamente, ogni autore ha i suoi approcci.

1) Come creare un fumetto: si parte dalla sceneggiatura

Dopo aver avuto l’idea iniziale, dovrai abbozzare su un foglio la scrittura e stendere una sorta di sceneggiatura. Con la sceneggiatura definirai il soggetto, la trama della storia e con essa la descrizione che è composta da didascalie e dialoghi. Definirai cioè:

  • chi saranno i personaggi
  • dove si troveranno
  • come e cosa narreremo con i disegni e dialoghi.

Quando si crea una storia si può iniziare senza sapere niente, ma serve fare delle annotazioni all’interno della storia riguardo al mondo in cui essa si svolge” (Moebius, fumettista francese)

Quindi bisogna studiare i personaggi (che si tratti di un umano, di un animale, di un robot o d’altro). Che occhi avranno? Saranno muscolosi o snelli? Come saranno i loro volti? Nelle espressioni del volto saranno condensati anche i diversi stati d’animo. Ovviamente, quando andrai a disegnare un fumetto, sceglierai il tipo di stile che più si confà: può essere più grottesco, surreale, realistico.

Disegnare persone che conversano è più difficile, perché ci sono una serie di movimenti, molto leggeri, ma che hanno comunque importanza e che ne richiedono molta, perché c’è bisogno di amore e attenzione per gli altri, per le piccole cose che contraddistinguono la personalità e la vita stessa” (Moebius).

E poi, per fare fumetti a regola d’arte, prima di disegnare, devi mettere a punto gli abiti, l’arredamento, la scenografia. Esattamente come in un film! Ad esempio, la forma e lo stile di un abito determinano la psicologia di un personaggio, così come è importante lo spazio dove si muove.

2) Come creare un fumetto: l’importanza strategica della documentazione

Se la storia è ambientata negli Anni 50 vedrai il design di quell’epoca: documentati sul web e vedendo filmati e film di quel tempo. Tutto, nel disegno, svolge narrazione: ci sono fumetti che non hanno dialoghi, ma narrano ugualmente. La documentazione è fondamentale. Avere tanti elementi ti aiuta, è come avere gli ingredienti utili a realizzare il tuo piatto. Vedere le opere dei fumettisti del passato e quelli attuali ti può aiutare molto, per avere spunti e per capire cosa ti è più vicino. Si tratta di informazioni che dovrai reperire prima di capire come fare un fumetto.

3) Come disegnare un fumetto: adesso entra in gioco lo storyboard

Dopo esserti documentato, dovrai  passare allo storyboard, che altro non è se non il disegno abbozzato della tavola, con le varie inquadrature. Con lo storyboard proverai a capire qual è il ritmo giusto tra le diverse vignette, se funzionano o meno quel tipo di taglio, di prospettiva.

Il fumetto ti richiede di riempire tutta una serie di buchi con la tua immaginazione di lettore. Quello che succede tra una vignetta e un’altra, quello spazio bianco che divide una vignetta dall’altra” (Zerocalcare).

Una volta iniziata la tavola valuta subito se c’è equilibrio. L’equilibrio è determinato da vuoti, pieni, contrasti, aperture, chiusure, colpi di scena e quant’altro. Questo è esattamente il come disegnare fumetti!

4) Come creare un fumetto: la scelta accurata dei materiali

Andrea Pazienza al lavoro

Andrea Pazienza al lavoro

Il tuo fumetto, per prima cosa, viene realizzato a matita. Naturalmente, sceglierai quella più consona alla tua mano e al tuo spirito! Una volta terminata la lavorazione a matita, potrai passare all’inchiostrazione, ma volendo il disegno può anche restare a matita, dipende sempre da che “stile” sceglierai e quale forma vuoi dare al racconto. Proprio come fa un sarto che realizza un abito su un corpo. Per l’inchiostrazione puoi usare penne, graphos di diverse misure, oppure dipingere con l’inchiostro.

Poi c’è la colorazione che può essere realizzata con acquerello, tempera, pastelli, pennarelli… il celebre Andrea Pazienza utilizzava i Pantone (pennarelli a base alcolica con più punte) per i suoi bellissimi soggetti. Oppure puoi colorare il fumetto utilizzando programmi digitali. Dovrai poi scegliere anche il tipo di carta più consono al tuo disegno: se, ad esempio, vuoi colorare utilizzando l‘acquerello ci vorrà una carta adatta a questo uso.

Oggigiorno un fumetto può anche essere realizzato totalmente con strumenti digitali (tavola grafica, iPad e i diversi programmi per disegnare fumetti come Photoshop e Illustrator).

Fare fumetti digitali richiede pratica e costanza oltre ai giusti software (alcuni dei quali li abbiamo appena menzionati e altri potrai trovarli leggendo il nostro articolo al link qui sotto).

Leggi anche Guida alle tavolette grafiche (wacom e non)

Come fare un manga

Prima di lanciarci in una carrellata di celeberrimi fumettisti che vale assolutamente la pena di menzionare, ecco un breve accenno a come fare un manga. Manga è “un termine giapponese che indica i fumetti di piccolo formato, originari del Giappone”(Fonte: Wikipedia).

Lo stile dei manga è facilmente riconoscibile perché alcune caratteristiche accomunano tutti i fumetti di questo genere. Ad esempio:

  • Acconciature particolari
  • Occhi dal taglio orientale o orientaleggiante
  • Tratto del disegno molto espressivo
  • Stile attento all’interiorità dei personaggi.

Sicuramente tutti conosceranno i kodomo, ovvero i manga giapponesi destinati ai bambini, alcuni dei quali grazie alla televisione ci accompagnano da generazioni. Doraemon, Dragon Ball, Sailor Moon.

Una delle caratteristiche dei manga è la lettura “al contrario” rispetto alle regole occidentali: si parte dall’ultima pagina e le vignette si scorrono da destra a sinistra. Il testo, nei manga, è molto breve: lo spazio è quasi del tutto occupato dal disegno, con particolare cura all’espressività del personaggio che viene, appunto, resa graficamente.

Se stai cercando informazioni su come fare un manga, se vuoi iniziare a cimentarti con questo genere, ecco un video simpatico che può introdurti a questo mondo del fumetto.

 

I grandi maestri del fumetto, da Schulz a Pazienza

Nella realizzazione di un fumetto, che è un viaggio nella narrazione per immagini, possono venirci in aiuto i maestri del passato e anche quelli del presente.

Federco Fellini, tavola

Federco Fellini, tavola

Ad esempio, guardare la pittura può essere uno spunto: la posa di una figura, la composizione, una luce particolare, un periodo storico ben preciso. Oppure il cinema, con le sue sequenze, i primi piani… basti pensare a Federico Fellini, che prima di diventare un regista era un disegnatore. Anche da regista, in realtà, non aveva mai abbandonato il disegno: abbozzava sempre i suoi personaggi e ciò che sognava e immaginava lo riportava graficamente.

“Perché disegno i personaggi dei miei film? Perché prendo appunti grafici delle facce, dei nasi, dei baffi, delle cravatte, delle borsette? Questo quasi inconsapevole, involontario tracciare ghirigori… fare pupazzetti che mi fissano da ogni angolo del foglio… volti decrepiti di cardinali, e fiammelle di ceri e ancora tette e sederi e infiniti altri pastrocchi… insomma, tutta questa paccottiglia grafica, dilagante, inesausta, che farebbe il godimento di uno psichiatra, forse è una specie di traccia, un filo, alla fine del quale mi trovo con le luci accese, il primo giorno di lavorazione”. (Federico Fellini)

Tra i fumettisti del passato ce ne sono davvero tanti. Quello che è da sempre considerato un genio del fumetto italiano è Andrea Pazienza.

Ad esempio il metodo di lavoro di Pazienza si svolgeva così nel racconto della moglie Marina Comandini: “Cercava di tirare tardi per giornate intere, poi in poco tempo disegnava tutto. Per le opere più lunghe scriveva prima il testo, mentre per le vignette e storie brevi lo storyboard e la versione finale venivano insieme. A volte trovava prima il titolo“.

Andrea Pazienza è stato un grande artista inventore di mondi (da Pentothal a Zanardi) un’esplosione di poesia, un misto di linguaggi (compreso l’uso del dialetto) e di linee (a volte così descrittive, altre così veloci).

Ringraziamo lui, Andrea Pazienza, per aver aperto una finestra sulla vita coi suoi disegni e il suo linguaggio. Forse l’unico completo documento di slang italiano” (Fernanda Pivano, giornalista e scrittrice).

Valentina di Crepax

Valentina di Crepax

Un maestro del passato che ha rivoluzionato tecnicamente l’approccio classico alla tavola è Sergio Toppi (insieme ad altri due fumettisti: Dino Battaglia e Guido Crepax). Rompendo lo schema delle vignette, Toppi è uscito sempre di più fuori il limite delle gabbie canoniche .

Per realizzare una storia Toppi diceva: “Tutto contribuisce ad arricchire il proprio bagaglio di immagini e suggestioni, è come un nutrimento continuo e necessario che possiamo avere da ogni situazione: anche stando seduti su un vagone della metropolitana e osservando come cade la manica della camicia di chi ci sta di fronte”.

Un maestro indiscutibile è l’inventore di Snoopy e dei Peanuts e quasi non ha bisogno di presentazioni tanta è la fama dei suo personaggi: Charles M. Schulz.

Schultz, Linus

Il celebre personaggio di Schultz

Il celebre personaggio di Schultz

Di lui diceva Umberto Eco: “Se poesia vuol dire capacità di portare tenerezza, pietà, cattiveria a momenti di estrema trasparenza, come se vi passasse attraverso una luce e non si sapesse più di che pasta sian fatte le cose, allora Schulz è un poeta”.

Ma anche in Schultz, come in molti artisti, la poesia ha un aggancio solido con la realtà. Si narra che il vignettista americano avesse ricevuto in regalo un cane, all’età di 13 anni. Era un cane bianco, nero e buffo che tempo dopo divenne il modello delle sue strisce. Così come Charlie Brown: questo era infatti il nome di un amico di Schultz alle superiori. Concludiamo questo breve viaggio nel fumetto con una frase dell’autore:

Prima di saper disegnare, scrivere o dipingere bisogna saper osservare. Solo così possiamo permettere al mondo esterno di penetrare dentro di noi”.

Guest post a cura di Gianni Gentile con la collaborazione di Valentina Tortelli

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