Negli ultimi tempi si sente sempre più spesso parlare di flat tax, la cui introduzione dovrebbe rappresentare un’innovazione sostanziale del regime fiscale italiano.
E, sempre negli ultimi tempi, una delle parole più cercate su Google è flat tax partita Iva, proprio perché questa aliquota “piatta” dovrebbe essere applicata, nei piani del Governo, anche ai titolari, appunto, di partita Iva.
Ma cos’è la flat tax e come funziona? Sostanzialmente l’aliquota è fissa
Come il nome stesso suggerisce, la flat tax è una tassa “piatta” ovvero non caratterizzata dalla variabilità. In altre parole il sistema fiscale si basa su un’aliquota fissa e non è progressivo “a scaglioni”. Il nostro attuale sistema è infatti caratterizzato dalla progressività: l’aliquota aumenta all’aumentare del reddito imponibile. Più reddito imponibile produci più aumenta la tua aliquota.
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Con la flat tax l’aliquota è fissa e si ribalta completamente l’approccio della progressività. Il sistema a scaglioni viene sostituito da un’aliquota unica. La flat tax, per quanto possa sembrare una novità, in realtà non è una cosa del tutto nuova e già era nota – come forma di tassazione diretta – nel XVIII secolo. Successivamente è stata sostituita dai sistemi progressivi, per poi tornare alla ribalta nel 1956 negli USA, proposta dall’economista Milton Friedman e oggi rispolverata dal nostro attuale Governo. Naturalmente, non entreremo nel merito politico della flat tax, ma solo nel merito delle opportune riflessioni fiscali.
Flat tax e partita IVA, quali novità per i freelance
In base alle ultime novità, imprese, società e partite IVA avranno due aliquote, al 15 e al 20% a partire già dai primi mesi del 2019. Per le famiglie, l’applicazione della flat tax non arriverà prima del 2020. Specificatamente, gli esperti sono al lavoro per valutare l’applicazione dell’aliquota del 15% per le partite IVA fino a 65 mila euro e del 20% per le partite IVA da 65 mila a 100 mila euro.
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Con uno “sdoppiamento” in due aliquote, si ridisegna la geografia dei possessori di partita IVA anche dal punto di vista territoriale, poiché è noto che i trend di ricavo (o per meglio dire di reddito imponibile) variano a seconda anche della regione di provenienza. Inoltre, il disegno di legge per la flat tax 2019 prevede anche che per le start up l’aliquota sarà del 5% per 5 anni, limitatamente agli under 35 e agli over 55.
Quali benefici con la flat tax per la partita IVA?
Difficile avere per il momento una stima del risparmio di tasse, poiché questo dipende dal reddito imponibile e dal tipo di professione. Se da un lato c’è chi guarda alla dual tax (essendo a due aliquote) come a una manna dal cielo per risparmiare, dall’altro c’è chi è scettico. Tra le voci diffidenti, citiamo Anna Soru, presidente di Acta, l’Associazione italiana dei freelance, che sul tema afferma (fonte: www.linkiesta.it):
«Il lavoro autonomo così diventerebbe molto più conveniente di quello dipendente, incentivando le false partite Iva e andando di fatto in direzione opposta rispetto agli obiettivi del decreto dignità. La domanda da farsi è se c’è un modo migliore per usare queste risorse e se è opportuno un provvedimento del genere oppure no».
Flat tax e partite IVA: che fine farà il regime forfettario?
L’aliquota al 15% – stando alle stime del Sole 24 Ore – riguarderebbe circa 665 mila partite Iva. Un vero e proprio esercito, insomma, di professionisti con reddito imponibile non elevato che altro non sarebbero che le partite Iva che nel 2017 hanno aderito al regime forfettario.
Come ben noto, in caso di adesione alla contribuzione forfettaria vi sono dei limiti da rispettare in termini di ricavi e/o compensi. Una semplificazione alla quale molti hanno aderito non per sfuggire all’Irpef, quanto piuttosto per avere semplificazioni sostanziali riguardo alcuni adempimenti come l’obbligo e la tenuta dei registri contabili, l’applicazione degli studi di settore, l’invio della fattura elettronica e molto altro ancora.
Giova sottolineare che nelle intenzioni attuali del Governo, la flat tax con aliquota al 15% andrebbe a sostituire proprio il regime forfettario che prevede tetti diversi di contribuzione a seconda della categoria professionale e che comunque non superi i 50 mila €.
che senso ha par aprire una partita IVA per il forfettario 2019 quando il regime è fuori applicazione dell’IVA? E’ come avere un numero telefonico senza il telefono.