Food Photography, ecco la Pubblicità Efficace per la tua Attività

Food Photography, ecco la Pubblicità Efficace per la tua Attività

2 Mag 2018 | Articoli su Fotografia

food photographyÈ ormai cosa nota il fatto che la food photography (o più in generale la fotografia di prodotto) abbia assunto una rilevanza strategica per qualsiasi azienda che venda prodotti, esperienze o servizi. Viviamo nell’era dove tutto è immagine e dove le immagini hanno assunto un ruolo cruciale. Il mercato è sempre più affollato, sia offline che online. Dunque, comunicare al meglio ciò che si vende o produce è essenziale. Nello specifico, pensiamo al settore alimentare: il food rimane un trend sempre sulla cresta dell’onda, la giungla di player appartenenti a questo concetto ombrello è infinita e sapersi distinguere significa anche puntare su una comunicazione visuale efficace.

 

Non è solo pubblicità: è la chiave per fidelizzare i clienti

Sembra banale, ma quando dovete scegliere un ristorante dove cenare in zona, cosa guardate oltre alle recensioni? Le foto. È dunque facile capire quanto una buona food photography sia vitale per un’attività. Del resto, “un’immagine vale più di mille parole”. Ma quali sono le peculiarità di una fotografia di cibo che la distinguono da una normale foto prodotto? Tante, ma essenzialmente una, che risiede nella funzione che la foto deve avere: stimolare l’acquolina in bocca, far venire fame, sedurre gli occhi e indirettamente il palato e l’olfatto. Niente di facile, ma con un progetto visuale e una linea estetica precisa è possibile raggiungere i propri obiettivi.

Una food photography accattivante è un biglietto da visita e la chiave per fidelizzare i propri clienti, costituendosi come il corrispettivo virtuale dell’esperienza fisica e gustativa che il cliente porterà a termine nello spazio di fruizione reale. Il cibo è conforto, tentazione, appagamento. La food photography ha la funzione di comunicare queste caratteristiche in una sola occhiata, favorendo la sinestesia che porta le ghiandole salivari a stimolare l’appetito. Non un generico appetito, bensì la voglia di quella cosa in particolare. Tradotto in risultati economici, più clienti che visiteranno il ristorante e ordineranno quel piatto o prodotto specifico, insieme ad altri.

Non solo, la food photography racconta la personalità del ristorante (o bar, panificio, quel che sia), costruendone l’identità mattone per mattone e aumentandone la brand awareness. In questo senso, diventa essenziale progettare uno stile univoco. Inoltre, è un dato di fatto che le immagini sui social funzionino molto meglio delle parole, catalizzando l’attenzione distratta degli utenti. Le immagini di cibo diventano spesso fondamentali strumenti di viralizzazione dei contenuti online. Destinare dunque parte del budget alla produzione di una food photography di livello è altamente consigliabile, per comunicare il valore del proprio brand.

 

Parola d’ordine: pianificare tutto nel minimo dettaglio

Come ogni aspetto coinvolto nel marketing di un’azienda, anche la food photography ha bisogno di essere pianificata in ogni minimo dettaglio.

  • definiamo l’attività. Abbiamo un’attività nuova che ha bisogno di essere conosciuta oppure dobbiamo consolidare l’immagine e la fama già raggiunte nel corso degli anni?
  • definiamo gli obiettivi. A chi vogliamo parlare? Cosa vogliamo comunicare? Perché lo vogliamo comunicare?

Ovviamente, a seconda delle risposte, seguono azioni differenti. Fissare le domande è uno step fondamentale e va ritenuta la gittata delle fondamenta nella progettazione visuale dell’immagine di prodotto aziendale. Ad esempio, due ristoranti che vendono più o meno lo stesso tipo di cibo e di esperienza, potranno decidere di avere una food photography diametralmente diversa e dunque andare a inserirsi in categorie d’immagine e di clientela molto lontane, seppur entrambe di successo.

Dopo aver fissato con cura (ma anche buona flessibilità) gli obiettivi, uno studio dei trend e della storia della fotografia e della pubblicità è sempre una buona idea. Non guardare oltre il proprio naso è un atto di grande presunzione e spesso un preludio ad errori madornali, perché non conoscere ciò che è stato già fatto da altri competitor o cosa significhino un certo tipo di scelta di luci, colori o food styling, porta a compiere scelte inopportune.

In base agli obiettivi, infatti, è bene compiere delle scelte estetiche precise, che dovranno essere tradotte nella food photography dell’attività.

  • Quale palette di colori?
  • Opulenza o minimalismo?
  • Pop o nicchia?
  • Tradizione o innovazione?
  • Foto ambientate o foto estrapolate?
  • Spontaneità o iper produzione?
  • Luci naturali o luci set?

In tutto ciò, è bene conoscere i food trend, pur rimanendo liberi di dissociarsene. Quello che fino a una decina di anni fa era impensabile, come una briciola vicino a un panino, negli ultimi anni è diventato più che sdoganato, rappresentando un’imperfezione desiderata agli occhi dello spettatore.

Briciola = artigianalità, leggerezza

È ovviamente solo un esempio. Negli ultimi tempi, complici le infiltrazioni dal mondo dell’arte e del food design, ha iniziato a circolare un altro food trend che vede immagini fatte in digitale ma ispirate a un tempo in cui esisteva solo l’analogico e i colori erano estremamente saturati. Oppure il flash, odiato dalla maggior parte dei food blogger e scomparso dai radar da almeno due lustri, sta timidamente facendo un ritorno regalando personalità a certa fotografia di alimenti.

 

Quali strumenti servono per farsi le foto da sé

Gli strumenti per una efficace home made food photography dipendono anch’essi dagli obiettivi. Se si sceglie una luce naturale perché si preferisce comunicare valori legati alla tradizione o alla bontà della materia prima, allora una finestra e un cartoncino bianco per attenuare le ombre saranno sufficienti. Diversamente, occorreranno anche luci da studio o una lightbox. Più in generale, gli strumenti consigliati per avere tutto ciò di cui si può avere bisogno sono:

  • Una macchina fotografica: reflex o mirrorless, con buone lenti. Attualmente, in circolazione ci sono ottimi smartphone dotati di obiettivi e sensori di ottima qualità, ma è un’opzione da prendere in considerazione solo in assenza di budget
  • Un treppiede
  • Un cartoncino grande o un pannello di plastica bianca. Reperibili ovunque, sono essenziali quando si usa luce naturale per ridurre i chiaroscuri, sconsigliati quando si fotografa cibo
  • Un limbo di carta bianco o colorato, a seconda dello sfondo che vogliamo usare
  • Un tavolo
  • Qualche prop, cioè gli accessori che creano il mood e fanno da sfondo al cibo

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8 buoni consigli per una food photography efficace

  1. Scegliere e variare le angolazioni: fare foto sempre dall’alto o in prospetto può essere una strategia d’immagine, ma alla lunga stanca. Inoltre, una certa angolazione piuttosto che un’altra può vincere in termini di efficacia dell’inquadratura. Non dimentichiamoci che l’obiettivo è invogliare.
  2. Provare sempre prima con il “dummy food”: viene chiamato così il cibo che serve per testare la resa generale della foto, le luci e l’angolazione. Al momento opportuno, si preparerà il piatto definitivo realizzato nei minimi dettagli e si scatterà.
  3. Profondità di campo, non esagerare: è bello avere uno sfondo sfuocato e un primissimo piano a fuoco, per evocare morbidezza e leggerezza, ma senza approfittarne troppo. A volte è utile anche vedere parte del contesto.
  4. La location è tutto: anche quando non c’è o è neutrale, lo sfondo ha un ruolo importante nel definire il mood della foto. Quando c’è, assicurarsi che sia ben studiato.
  5. Usare le pinzette: lo strumento n°1 dei food stylist. Ogni elemento della foto contribuisce all’effetto finale, la food photography è un lavoro da chirurghi.
  6. Variare lo sfondo: specialmente in una strategia social, variare lo sfondo diventa molto importante per non annoiare chi ci segue.
  7. Less is more: evitare troppe fonti luminose, troppi colori, a meno che l’intento non sia ricreare un banchetto fastoso.
  8. Palette di colori: deciderla in partenza. Colori pastello? Saturati? Ombre scure o attenuate?

 

Usare Instagram per auto promuoversi grazie alla food photography

Instagram è diventato il social più popolare e trasversale in termini di utenza. Non esistere su Instagram, per un’attività nel food, è un atto quanto meno folle. Quante volte capita di vedere un piatto arrivare sul tavolo e il cliente, prima ancora di assaggiarlo, tira fuori il telefono e lo fotografa, condividendolo? Questo succede perché la gente ama il cibo e le esperienze ad esso connesse. E siccome la food photography deve stimolare il “lo voglio anch’io” nell’utente, Instagram è il social che adempie maggiormente a questa funzione.

Instagram non è solo stimolazione visiva, se usato strategicamente può aiutare a portare nuovi clienti all’attività di ristorazione, proprio tramite la food photography. Decidere di aprire un account Instagram dedicato alla propria attività è una scelta saggia, a costo quasi zero. I consigli utili sono gli stessi relativi alla food photography, con l’unica differenza che su Instagram il canale è già deciso ed il formato pure. Inoltre, è più facile raggiungere il proprio target.

 

Guest post a cura di Carlo Gibertini

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