Si chiama effetto intelligenza emotiva ed è un trend in forte crescita: se stai ingaggiando un freelance o un team che lavorerà sul tuo progetto, considera questa cosa. Le soft skills del candidato possono valere, nel complesso, ben più delle sue competenze. Scopri quando e, soprattutto, perché.
Acquistano sempre più importanza nella selezione delle risorse umane quelle che in gergo tecnico vengono chiamate competenze trasversali. Empatia, creatività, capacità comunicative, capacità di collaborazione sono solo alcune delle soft skills che oggi costituiscono “l’unico punto fermo nel mondo del lavoro attuale” come si legge in un articolo a cura di University 4 Business. Esse sono “fondamentali sempre in qualunque contesto e qualunque sia l’evoluzione che il lavoro vivrà“. Nulla di più attuale, dunque, e di prezioso da sapere per tutti quegli imprenditori o quelle start-up che sono a caccia dell’ingaggio ideale per i propri progetti.
Intelligenza emotiva: il tuo collaboratore ideale? Se ha almeno 3 di queste soft skills, hai fatto centro
Se sei in procinto di ingaggiare un freelance o un team di collaboratori che dovranno lavorare sul tuo progetto, valuta bene le sue o loro competenze professionali, le cosiddette hard skills. Ma sottovalutare il possesso o meno delle soft skills, sarebbe un vero errore. Ecco dunque una piccola check-list che potrai applicare ai profili freelance che hai individuato, per scegliere al meglio il collaboratore o i collaboratori che lavoreranno sul tuo progetto aziendale.
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- Abilità comunicative: un po’ sono un dono, un po’ possono essere “allenate”. Se il tuo potenziale collaboratore possiede questa soft skill, buon per te. Sarà un valido ingaggio soprattutto se dovrà lavorare in un team (in presenza o da remoto) o su progetti che richiedono alti livelli di interazione umana
- Empatia. Va a braccetto con la prima. Si tratta della capacità di mettersi nei panni altrui. Possedere empatia è una carta vincente, perché come un effetto domino, essa è in grado di influenzare elementi come il lavoro di squadra, la capacità di risolvere situazioni conflittuali, l’etica del lavoro e la leadership. Inoltre, se il tuo core business è creare qualcosa per gli altri (un prodotto, un servizio) l’empatia nei confronti del tuo potenziale target è una soft skill che non puoi assolutamente ignorare, quando scegli i tuoi freelance
- Abilità interpersonali e gestione dello stress. Sono due qualità che non possono mancare ai tuoi collaboratori. Esercitare l’autocontrollo, porsi in modo amichevole ed empatico aiuta il team a lavorare meglio e a gestire criticità, sfide e incertezze verso un risultato positivo
- Leadership e lavoro di squadra. Non tutti hanno la prima dote (leadership) ne la propensione verso la seconda (lavoro di squadra). Seleziona i tuoi aspiranti collaboratori in base a queste due soft skills se il tuo progetto prevede un lavoro di gruppo – anche e soprattutto a lungo termine – unito ad un obiettivo ambizioso (ad esempio scalare il mercato, internazionalizzare l’impresa). Questi collaboratori ti aiuteranno a tenere insieme il gruppo.
- Pensiero critico. Non è stata elencata per ultima perché meno importante. Anzi, il più delle volte è l’abilità vincente di quei collaboratori che la hanno. Il pensiero critico è la capacità di “vedere e analizzare i problemi in modo critico, non lineare, senza preconcetti o preclusioni, e possibilmente trovare soluzioni creative, efficaci, innovative” spiegano ancora da University 4 Business. Qualità imprescindibile se sei a capo di una start-up (o di una start-up innovativa) e sei alla ricerca di collaboratori validi che ti aiutino a decollare, che sappiano risolvere problemi, che mostrino attitudine alla sperimentazione che trovino soluzioni creative, valide e anche un po’ sopra le righe.
Devi ingaggiare un freelance? Non guardare solo le competenze tecniche: verifica che abbia anche intelligenza emotiva
Non basta che il tuo collaboratore sappia o sappia fare. Per far funzionare bene un team di lavoro, i suoi componenti devono essere dotati di intelligenza emotiva. Lo ha detto Daniel Goleman, psicologo e teorico di leadership aziendale, nonché autore di libri di successo sul tema dell’intelligenza emotiva. Cos’è esattamente? La capacità di un individuo di capire gli altri, conoscere se stesso, coinvolgere i colleghi e controllare le proprie emozioni e reazioni (self control). In molti individui e in molti casi è innato, ma è un mix di soft skill che si può anche imparare, migliorare o ottimizzare a patto di mettersi d’impegno e di investire in questo senso il proprio tempo.
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In altre parole, le conoscenze e le competenze tecniche tutti possono acquisirle. Si tratta di processi razionali. Ma più si cerca un collaboratore per puntare in alto su un progetto ambizioso, più le soft skills di intelligenza emotiva valgono, scavalcando in molti casi le abilità puramente tecniche. Per questo:
- Avere una visione d’insieme
- Coinvolgere gli altri fronteggiando conflitti
- Saper risolvere problemi e situazioni di stress
- Proporre soluzioni creative e innovative
oggi nel processo di selezione e ingaggio vincono. Vincono su un concorrente che ha competenze tecniche altissime ma che non vede più in là del proprio naso.
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