Come fare il Giornalista freelance Oggi? C’è solo un Modo per suonare il Campanello delle Redazioni

Come fare il Giornalista freelance Oggi? C’è solo un Modo per suonare il Campanello delle Redazioni

25 Mar 2019 | Articoli su Scrittura

giornalista freelance Francesco Maria Del Vigo

Francesco Maria Del Vigo

Francesco Maria Del Vigo, spezzino classe 1981, non è stato certo scelto a caso per questo articolo. Giornalista professionista, blogger della prima ora, responsabile dell’edizione online de Il Giornale e adesso vicedirettore dell’omonimo cartaceo, è tra le persone più indicate per rispondere alla fatidica domanda: ma oggi, come ci si deve porre per iniziare una collaborazione da giornalista freelance?

Dopo giorni di accanito inseguimento telefonico (del resto la tenacia, nel giornalismo, è più una virtù che un difetto), Del Vigo riesce a regalare in esclusiva per AddLance questo splendido spaccato di giornalismo contemporaneo e lancia preziosi consigli a chi oggi vuole approcciare la via della collaborazione con un quotidiano, come giornalista freelance.

 

Cosa si sente di consigliare a chi vuole mettersi su questa strada oggi?

In una parola, di essere crossmediali. Saper maneggiare un po’ tutti i media oggi è quasi imprescindibile per chi vuole fare il giornalista, specie se freelance. Il futuro dei giornali sono i collaboratori esterni: è quindi importante saper consegnare in redazione un prodotto finito.

Quindi esattamente che competenze deve avere un collaboratore tipo?

Saper trovare la notizia, saperla declinare sui diversi media (edizione cartacea, edizione online, social media o blog, ndr). Ma anche avere conoscenze di SEO (Search Engine Optimization) e una grammatica minima di come funziona il web, di come si monta un servizio audio/video, di come si invia il materiale in redazione.

Meglio sapere, quindi, o saper fare?

Il sapere, ovvero l’essere professionalmente e deontologicamente preparati è (e rimane) importante. Ma saper fare, oggi più che mai, è una cosa fondamentale. Il mestiere del giornalista si apprende facendo e con il tempo, anche se la formazione è importante. Se prima il percorso iniziava con la formazione e finiva in redazione con il praticantato, oggi sapere e saper fare si susseguono in maniera meno lineare e più crossmediale.

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Rimane comunque fermo uno dei pilastri deontologici del giornalismo: il saper (e dover) verificare la notizia. Oggi, che con i new media e la rivoluzione tecnologica è aumentata a dismisura la platea dei lettori e quella di coloro che scrivono, assistiamo ad un costante aumento di notizie non verificate, dovuto anche alla fretta di arrivare primi e al costante “richiamo” del real time e delle visualizzazioni di pagina.

Ma quando arriveremo ad una saturazione di news non verificate e delle cosiddette fake news, allora si tornerà al giornalismo tradizionale che è l’unico in grado di fornire una garanzia di verità, a tutela del lettore e del suo diritto ad essere informato.

Francesco Maria Del Vigo blog Pensieri Spettinati Il Giornale

Pensieri Spettinati, l’attuale blog di Francesco Maria Del Vigo dalle pagine web de Il Giornale. “Il mio primo blog l’ho aperto 10 anni fa con Paolo Liguori (attuale direttore di Tgcom24, ndr). Ero ancora studente della scuola di giornalismo”.

Adesso risponda da vicedirettore di un quotidiano che vende ancora (51.871 copie, dati Ads agosto 2018). Un potenziale collaboratore, la colpisce se dice o se fa…

Nella sfera del saper fare, mi colpisce, come detto, il giornalista freelance che mi porta la notizia. Questa professione non è facile, richiede dedizione quasi incondizionata che spesso, quasi sempre, comporta anche orari di lavoro improbabili. Un potenziale collaboratore mi colpisce se in quel che dice traspare la sua passione, il suo grande amore per questo lavoro.

Per un giornalista freelance che vuole collaborare con una o più testate, è meglio presentarsi con un curriculum tradizionale o con un blog?

Dunque: più che un curriculum classico, la migliore presentazione di se stessi è una notizia. Il mio consiglio è quello di proporre sempre, via mail o sui social, anche via sms. Portare la notizia è il modo giusto di suonare il campanello di una redazione.

E alla domanda secca blog o curriculum, rispondo: sì, il blog e i profili social aiutano. Se devo scegliere un collaboratore, mi faccio influenzare anche da ciò che di lui trovo online, googlando il suo nome. Ma attenzione a curare la propria presenza sul web: è un curriculum costante che ci perseguita sempre. E deve saper essere tenuto bene, perché il rischio di dare una falsa immagine di sé è sempre dietro l’angolo ed è anche facile da essere scovata e smentita.

 

Intervista a cura di Valentina Tortelli

 

 

 

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