Se sei stato ingaggiato per creare un imbuto di marketing, ma sei a caccia di idee e suggerimenti, leggi qui! Non tutti i funnel sono uguali: ecco, tra i marketing funnels esempi che funzionano e che, ovviamente, puoi proporre subito ai tuoi clienti. Personalizzarli, poi, sulle singole esigenze, sarà più semplice.
Marketing funnels: le 3 cose che devi sapere prima
Girando per il web, di esempi di funnel ce ne sono tantissimi. Alcuni sono esemplari di grande successo o entrati nella storia del marketing. Il trucco, sfogliandoli, sta proprio qui: saper individuare quale “modello” può fare al caso nostro e riadattarlo con profitto e un po’ di creatività per le esigenze del proprio cliente. La parola chiave dei marketing funnels, infatti, è: personalizzazione massima. E’ vero, la base deve essere un mix collaudato di elementi, ma la personalizzazione per ciascun cliente è d’obbligo. E spetta ai digital marketer come te.
Dunque, prima di andare a caccia di esempi che funzionano sul web, ecco quello che devi sapere:
- Massima personalizzazione (ne abbiamo appena parlato), dato che il funnel è quello strumento che accompagna l’utente nell’arco del suo “customer journey“
- Marketing funnels e sales funnel non sono sinonimi. Spesso vengono confusi, ma si tratta di due imbuti diversi che ottengono scopi diversi. Il primo è mirato a generare lead, il secondo a generare conversioni ovvero vendite. Quale dei due, in questo preciso momento, serve al tuo cliente?
- Metriche da analizzare. Una volta che avrai messo in piedi i tuoi marketing funnels personalizzati, potrai analizzare il loro andamento (e il loro successo) in base a queste metriche: traffico, rimbalzo e pagine di uscita, costo per acquisizione e obiettivi di conversione. Puoi trovare queste metriche in strumenti come Google Analytics. Altra metrica importante è il comportamento dell’utente. Studiandolo, sempre da Google Analytics, potrai evincere se il tuo funnel funziona o se necessita di un ritocco. Al di là di traffico e conversioni, devi capire come le persone usano il tuo sito (o quello del tuo cliente) e perché compiono determinate azioni o scelte mentre navigano tra le tue pagine o fanno acquisiti dal tuo shop. Solo avendo coscienza di come si comportano gli utenti, potrai apportare ai marketing funnels modifiche di successo.
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Marketing funnels: gli esempi che funzionano subito
Eccoci al clou di questo post sui marketing funnels. Quali sono gli esempi da cui puoi trarre ispirazione e che sono in grado di funzionare subito bene? Piccola nota: ricorda che si tratta di modelli che funzionano, ma vanno personalizzati sulle esigenze, target, scopi del tuo cliente. Il copia-e-incolla è assolutamente vietato e può rivelarsi un pericoloso boomerang. Ma questo, ovviamente, se sei un marketer lo sai già.
Piccolo ripasso: i marketing funnels hanno tutti la stessa struttura (assicurati che anche il tuo la abbia). Si tratta di una struttura a 3 step che accompagna l’utente nel customer journey. La struttura è la seguente:
- Top of the funnel (TOFU): awareness
- Middle of the funnel (MOFU): consideration
- Bottom of the funnel (BOFU): conversion.
Ciò detto, ecco i 3 super esempi da cui puoi trarre ispirazione. Che funzionino è un dato di fatto, visto che le aziende a cui si riferiscono sono veri e propri colossi e li conosci benissimo.
1) Netflix
Netflix è il servizio di streaming in abbonamento più conosciuto, usato e venduto al mondo. Il suo marketing funnel è un esempio molto popolare e lo citano praticamente tutti i siti web, americani e non, che trattano di questo argomento. Come mai è così popolare? Perché il funnel inizia già sulla home page di Netflix, dove vengono spiegati in breve e in modo chiaro:
- cosa offre il sito
- tutti i vantaggi di possedere un account.
La mossa furba? Il pulsante con la CTA per iscriverti che porta anche la dicitura: “disdici quando vuoi”. Questa mossa è vincente perché abbatte in un colpo le eventuali remore dell’utente titubante e cauto negli acquisti. Anche la FAQ immediatamente raggiungibile è di sostegno e aiuto. Prima di concludere il funnel con i piani di abbonamento e il relativo pagamento, c’è uno step intermedio che raggiunge due obiettivi importanti:
- fa sentire l’utente un vero protagonista perché può personalizzare i propri contenuti/piano
- permette all’azienda di raccogliere utili informazioni per la profilazione (e successiva segmentazione) del target.
2) Crazy Egg
Crazy Egg è uno strumento per ottimizzare i siti web e per aiutare a scoprire e analizzare il comportamento degli utenti di un sito. Tra i marketers come te è sicuramente molto popolare, così come è popolare il suo fondatore: Neil Patel. Come funziona il suo funnel? Punta il tutto per tutto su contenuti blog di altissima qualità e su un design pulito e intuitivo che ammalia. L’utente, leggendo con interesse i contenuti del blog, si iscrive quasi automaticamente alla newsletter. Successivamente, viene informato che Crazy Egg è un prodotto a pagamento con free trial di 30 giorni e anche un BOT pronto ad aiutarti. Offrono valore prima di richiedere qualunque azione da parte dell’utente. Furbo, no?
Successivamente, con un copy per nulla invasivo ma molto persuasivo, ti mostrano tutti i vantaggi che avrai dall’utilizzare questo strumento. E tu, come utente, sarai invogliato a creare il tuo account su Crazy Egg. Infine, una volta che ti sei registrato, la pagina di pagamento è molto semplice e – cosa molto saggia – include all’interno i vantaggi di ogni piano. Inoltre, una FAQ a portata di mano fuga eventuali dubbi e perplessità dell’ultimo minuto. Il processo di acquisizione di un nuovo cliente è quasi terminato.
3) Groupon
Conoscerai sicuramente questa azienda. Si occupa di vendite con forte sconto e di acquisti di gruppo per prodotti e servizi. Il suoo punto di forza (e del successo che ha ottenuto) è un funnel brevissimo, semplice e chiaro. Per intenderci: senza trucco e senza inganno. Il traffico arriva sul sito web di Gruopon tramite annunci, SEO, passaparola social. Poi, una volta sul sito, la prima CTA è l’indirizzo mail richiesto per accedere ad uno sconto fino al 70% su diverse categorie di beni. Un altro aspetto vincente è la corretta e certosina segmentazione del target. Così ognuno è sicuro di ricevere i contenuti e le offerte in cui ha effettivamente interesse. In Groupon, segmentano per:
- area geografica
- prodotto
- dati personali.
Adotta anche tu questo sistema chiedendo agli utenti di rilasciarti questi dati (dietro ricompensa, ovviamente, di vario genere) se ritieni che possa giovare al modello di business del tuo cliente.
Giulia Gasperini, consulente di marketing, riassume in questo video come mettere in piedi marketing funnels efficaci e soprattutto spunti preziosi nella fase di lead generation. Dai un’occhiata e poi mettiti subito all’opera insieme al tuo cliente per creare l’imbuto ottimale.
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