Partita Iva e lavoro dipendente: come regolarsi?

Partita Iva e lavoro dipendente: come regolarsi?

partita iva e lavoro dipendente

Se cerchi informazioni sul web sul tema partita Iva e lavoro dipendente o sul tema dipendente con partita Iva, ecco un piccolo post che può riassumerti le cose. Ti scriviamo tutto quello che c’è da sapere su questo aspetto del mondo del lavoro, sui contributi Inps e sulle norme dell’ultimo Decreto Sostegni in materia. Buona lettura!

Lavoro dipendente e partita Iva: come orientarsi prima di tutto

E’ possibile essere un dipendente con partita Iva? Sembra un ossimoro, ovviamente e infatti il sostantivo sembra improprio. In realtà è possibile (in alcuni casi) essere un dipendente e avere la partita Iva e dunque svolgere attività libero professionale. Vediamo nei dettagli cosa è previsto dalla legge.

Un rapporto di lavoro subordinato può coesistere insieme alla partita Iva (libero professionista o ditta individuale) a patto che si rispetti il patto di non concorrenza tra le due attività, svolte dal medesimo lavoratore. Questo è il primo punto da sapere.

Secondo punto da sapere: sei un lavoratore dipendente del settore pubblico o del privato? Se sei un dipendente del settore privato non ci sono limitazioni di legge all’apertura della partita Iva per attività libero professionali o imprenditoriali e non vi è l’obbligo di comunicare questa apertura al proprio datore di lavoro. Vi è invece l’obbligo di rispettare il patto di non concorrenza e anche quello di riservatezza (non divulgare o usare per propri fini o per fini impropri dati, strumenti, licenze dell’azienda). Quello che si rischia è quantomeno un licenziamento per giusta causa e nel caso di gravi violazioni, una richiesta di risarcimento danni.

Se sei un lavoratore del settore pubblico e hai un rapporto di lavoro subordinato, puoi aprire la tua partita Iva ed esercitare attività libero professionale a patto che il tuo contratto sia part-time, pari o inferiore alle 18 ore lavorative settimanali. Inoltre, puoi aprire partita Iva se sei un lavoratore del pubblico impiego se e solo se il lavoro “in proprio” è compatibile, non interferisce e non entra in conflitto di interessi con il lavoro da dipendente. In generale, vale la norma di esclusività per i dipendenti della pubblica amministrazione, ad eccezione di alcuni casi:

  • Incarico da dipendente part-time
  • Regimi speciali (docenti, medici, ecc.)
  • Tipo di incarico svolto per lo Stato.

In alcuni casi e settori, infatti, è esplicitamente vietato svolgere qualunque altra prestazione lavorativa, ivi compreso l’esercizio di attività libero professionali o imprenditoriali con partita Iva. Per altri regimi, invece, è concesso e previsto. In ogni caso serve l’autorizzazione del tuo Dirigente e il lavoro “in proprio” deve essere effettuato rigorosamente fuori dall’orario di servizio. Attenzione, in questo articolo facciamo riferimento esclusivamente al dipendente con partita Iva e non al dipendente che vuole svolgere lavoro occasionale (quindi senza partita Iva). Per questa categoria c’è una diversa procedura da seguire: il tuo “datore di lavoro occasionale” o tu per lui deve presentare richiesta protocollata al tuo Ente di appartenenza e seguire un iter specifico.

Partita Iva e lavoro dipendente tasse: cosa devi sapere

Per quanto riguarda il tema “partita Iva e lavoro dipendente tasse”, ecco cosa devi sapere sul prelievo fiscale per essere in regola e non essere considerato evasore (o, al contrario) pagare in eccesso. Il regime fiscale per un dipendente con partita Iva prevede la possibilità di aderire al Regime Forfettario entro determinati limiti di RAL (retribuzione annua lorda) e di fatturato da partita Iva e all’atto della dichiarazione dei redditi si deve compilare il modello Unico tramite un dottore Commercialista.

Leggi anche Commercialista: cosa fa e quando ti serve

Partita Iva e lavoro dipendente Decreto Sostegno

Rispettando i vari requisiti di accesso, anche i titolari di partita Iva che svolgono lavoro dipendente possono accedere ai contributi a fondo perduto previsti dal Decreto. I redditi da lavoro dipendente non devono essere conteggiati nella determina del fatturato per accedere al sostegno. Il Decreto Sostegni (Dl 41/2021) è scaduto lo scorso 28 maggio, ma è all’attivo il cd Decreto Sostegni bis (Dl 73/2021) in vigore dal 26 maggio 2021 che propone una nuova tornata di aiuti e include, come il precedente, anche i dipendenti e i pensionati con partita Iva tra i propri beneficiari. Al contributo (pensato in maniera variabile) può accedere il titolare di partita Iva che ha subito un calo di fatturato di almeno il 30% nel 2020, rispetto all’anno procedente. Il calo viene calcolato sui corrispettivi medi mensili e non include i redditi da lavoro dipendente.

Contributi Inps partita Iva e contributi Inps dipendenti

Domanda ricorrente: i contributi all’Inps (Istituto nazionale di previdenza sociale) si pagano doppi in caso di dipendente con partita Iva? La risposta è: dipende. Dipende da:

  • Attività lavorativa esercitata come prevalente
  • Tipo di attività libero-professionale/imprenditoriale che si andrà a svolgere
  • Gestione previdenziale alla quale si è iscritti

Riassumendo di molto, ecco delle possibilità per quanto riguarda i contributi previdenziali dei dipendenti con partita Iva.

1) Dipendente con attività libero professionale

Se il dipendente svolge attività libero professionale per la quale non è prevista una Cassa di previdenza di settore (Ordine di appartenenza), è obbligato ad iscriversi all’Inps Gestione Separata e a versare lì i contributi previdenziali sui redditi da lavoro autonomo. Li verserà nella misura ridotta del 24% anziché del 25,72%, poiché all’Inps vengono già versati i suoi contributi da lavoro subordinato.

2) Dipendente con attività libero professionale e Albo

Gli architetti, i medici, i giornalisti e altre categorie di lavoratori sono obbligati a iscriversi al proprio Ordine professionale per l’esercizio della professione e dunque sono obbligati a versare alla propria Cassa previdenziale (ogni Ordine ne ha una) i contributi relativi. Ma non nella misura piena: rispetto alla contribuzione integrale, chi svolge anche lavoro subordinato, deve versare circa la metà. Per ogni informazione a riguardo, chiedere direttamente al proprio Ordine di appartenenza.

Il tuo commercialista di fiducia può chiarirti ogni dubbio normativo e fiscale, quindi non esitare a contattarlo se hai in mente di aprire una partita Iva mentre svolgi un lavoro subordinato. Non hai un commercialista di fiducia con cui discutere la fattibilità del tuo progetto? Ingaggiane subito uno su AddLance!

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