Pensione di Vecchiaia e Anticipata, Guida per Autonomi e Freelance

Pensione di Vecchiaia e Anticipata, Guida per Autonomi e Freelance

17 Apr 2018 | Notizie

pensione di vecchiaia autonomi e freelanceUna delle sette regole del successo di Stephen Covey recita: “Comincia pensando alla fine”.

Con questa citazione vogliamo invitare coloro che cominciano ad intraprendere la strada freelance, a prestare attenzione non solo alla fase iniziale dell’attività, ma anche a quella finale e quindi alla questione della pensione.

La pensione, una prestazione economica erogata ai lavoratori in possesso di determinati requisiti anagrafici e contributivi,  è tra le tematiche più discusse e suscettibili di modifiche nei disegni di legge dalle forze politiche in gioco.

Vogliamo chiarire la questione della pensione di vecchiaia e ad altri aspetti previdenziali per i freelance e liberi professionisti non iscritti ad un albo.

Infatti devi sapere che in seguito all’entrata in vigore della riforma Fornero sono cambiate le condizioni di accesso alla pensione anche per gli iscritti alla Gestione Separata INPS.

 

Come accedono alla pensione i lavoratori autonomi e i freelance

Oggi è possibile accedere alla pensione per un iscritto alla Gestione Separata secondo due criteri:

  1. Pensione di vecchiaia
  2. Pensione anticipata (l’ex pensione di anzianità)

Quanto costa la pensione?
Per il versamento dei contributi previdenziali obbligatori, i lavoratori autonomi, professionisti e parasubordinati sono tenuti ad iscriversi alla Gestione Separata Inps introdotta dalla riforma Dini del 1995 (Legge 335/1995). Il sistema pensionistico dei lavoratori autonomi titolari di partita IVA (noti anche come freelance) è finanziato attraverso un prelievo contributivo rapportato ai compensi ricevuti, dichiarati ai fini IRPEF.

L’aliquota contributiva è fissata in misura pari al:

  • 26,23% (entro il massimale di 101.427 euro), per i soggetti non iscritti ad altro fondo previdenziale obbligatorio, né titolari di pensione;
  • 24% per i soggetti già iscritti ad altro fondo obbligatorio, ovvero titolari di pensione.

La contribuzione è interamente a carico del lavoratore, il quale può recuperare in fattura il 4%.

 

Quali sono i requisiti per ottenere la pensione ordinaria?

Per i lavoratori autonomi è prevista la pensione ordinaria di vecchiaia determinata con il nuovo sistema di calcolo. I requisiti per ottenerla sono, in alternativa, i seguenti:

  • 66 anni e 7 mesi di età (66 anni e 1 mese le donne) e almeno 20 anni di anzianità contributiva, oppure
  • almeno 70 anni e 3 mesi di età e minimo 5 anni di anzianità contributiva (non vale la contribuzione figurativa).

Affinché venga riconosciuta la pensione, l’importo del trattamento non deve risultare inferiore a 1,5 volte l’ammontare annuo dell’assegno sociale Inps (limite pari a 680 euro mensili del 2018). In parole povere lo stato non erogherà la pensione fintantoché, a conti fatti, risulterà inferiore a 1020 euro mensili.

Si prescinde da quest’ultima condizione (1,5 volte l’assegno sociale), nel senso che la pensione viene comunque messa in pagamento, all’età di 70 anni, in presenza di un minimo di 5 anni di contribuzione effettiva (non valgono i contributi volontari).

 

Che requisiti sono necessari per la pensione anticipata?

Anche per i lavoratori autonomi è possibile anticipare il pensionamento, in presenza dei seguenti requisiti:

  •  dal 1° gennaio 2016 e sino al 31 dicembre 2018 il requisito contributivo per accedere alla pensione anticipata è pari a 42 anni e 10 mesi per gli uomini e a 41 anni e 10 mesi per le donne (cfr: Circolare Inps 63/2015).
  • dal 1° gennaio 2019 il requisito contributivo diventerà pari a 43 anni e 3 mesi per gli uomini e 42 anni e 3 mesi per le donne.

Tali requisiti si applicano indistintamente ai lavoratori dipendenti, agli autonomi nonché ai lavoratori del pubblico impiego.
Una novità importante che riguarda tutte le pensioni è il nuovo criterio di adeguamento automatico delle età pensionabili (di vecchiaia e anticipate) in funzione dell’aspettativa di vita. Ciò significa che, come già avvenuto per il 2016, anche nel 2019 e poi con cadenza biennale, l’ISTAT sarà chiamato a rilevare le variazioni demografiche della popolazione italiana; un incremento dell’aspettativa di vita media, comporterà un adeguamento verso l’alto delle varie età pensionabili.

 

Quali sono le novità previdenziali per i lavoratori autonomi? Come richiedere un anticipo finanziario

Una novità importante a decorrere dal 1° maggio 2017, in via sperimentale fino al 31 dicembre 2019, è l’istituzione dell’anticipo finanziario a garanzia pensionistica (in sigla APE). Si tratta di un prestito corrisposto a quote mensili per 12 mensilità, fino alla maturazione del diritto alla pensione di vecchiaia.

La restituzione del prestito avviene a partire dalla maturazione del diritto alla pensione di vecchiaia, con rate di ammortamento mensili per una durata di 20 anni. Il prestito è coperto da una polizza assicurativa obbligatori a per il rischio di premorienza. Trattandosi di un “prestito” e non di una prestazione previdenziale, le somme erogate non concorrono a formare il reddito ai fini dell’Irpef. Sono due le tipologie dell’anticipo a garanzia pensionistica:

  • l’Ape “volontaria”, che prevede appunto la restituzione delle somme incassate e
  • l’Ape “sociale”, gratuita solo per particolari categorie di lavoratori, che si trovino in condizione di difficoltà (articolo 1, commi da 179 a 186, della legge di bilancio 2017) al momento della richiesta.

Un altro provvedimento importante dal punto di vista previdenziale previsto dalla legge di Bilancio per il 2017 (legge n.232/2016) è il nuovo cumulo gratuito dei contributi.

Il cumulo è l’operazione mediante la quale è possibile, per i lavoratori, riunire all’interno del medesimo Ente previdenziale obbligatorio tutti i contributi versati, nel corso della vita, a favore di diverse casse previdenziali, per raggiungere i requisiti necessari per maturare il diritto a pensione. Si tratta di una modifica alla precedente normativa (legge n.228/2012), che aveva già introdotto il cumulo gratuito contributivo.

Queste le due principali novità:

1) il nuovo cumulo trova applicazione anche per raggiungere la pensione anticipata e non più solo quella di vecchiaia;
2) il nuovo cumulo riguarda anche periodi di contribuzione eventualmente maturati all’interno delle Casse previdenziali private dei liberi professionisti ordinisti.

Viene confermata la totale gratuità dell’opzione ed il fatto che l’importo della pensione sarà calcolato secondo le regole pro rata vigenti delle singole gestioni previdenziali (quindi con anche un’eventuale componente di calcolo retributivo). Questo provvedimento potrebbe quindi aiutare in molti casi anche i freelance a raggiungere prima il diritto alla pensione, senza “perdere” nulla in termini di importo della prestazione.

 

Totalizzazione o cumulo gratuito: quale conviene di più al freelance?

Vogliamo prendere il caso di un lavoratore che ha lavorato 10 anni come dipendente e poi ha deciso di lasciare il lavoro da subordinato di un’azienda/ente per aprirsi Partita Iva e lavorare autonomamente.

Probabilmente non avrà raggiunto i requisiti per la pensione in nessuna delle due gestioni e quindi può richiedere di far unificare la contribuzione totale versata e perfezionare così il requisito retributivo richiesto per la pensione di vecchiaia.

Il sistema del cumulo gratuito è diventato per molti il metodo più conveniente per unificare i contributi maturati presso casse previdenziali diverse, permette infatti  ai lavoratori di sommare i contributi di casse previdenziali diverse per raggiungere il diritto alla pensione. La peculiarità del calcolo della pensione tramite cumulo contributivo consiste nel fatto che l’importo si calcola tenendo in considerazione le regole previste da ciascun fondo. L’assegno pensionistico, in altre parole, è calcolato pro-rata tenendo conto dei diversi ordinamenti di ogni gestione.
Diverso il sistema di unificazione dei periodi contributivi tramite totalizzazione.

La totalizzazione è un sistema gratuito al pari del cumulo, ma a differenza di questo costringe il lavoratore al calcolo dell’importo pensionistico interamente con il sistema contributivo. Ne deriva, nella grande maggioranza dei casi, una decurtazione dell’assegno rispetto a quello che si otterrebbe grazie al sistema misto retributivo-contributivo.
La totalizzazione, tuttavia, presenta anche un importante vantaggio.

Per legge, infatti, chi usufruisce di tale metodo può beneficiare della pensione di vecchiaia a 65 anni e 7 mesi, e della pensione di anzianità con 40 anni e 7 mesi di contributi.

Requisiti che, spesso, sono meno rigidi rispetto a quelli previsti per il cumulo gratuito.
Con il cumulo, infatti, è possibile andare in pensione solo al raggiungimento delle condizioni di vecchiaia o anzianità più elevate tra tutte quelle previste dalle singole gestioni.

Ti  vogliamo invitare, già da adesso, a pensare e ad informarti sulla questione della tua previdenza, nonostante sia una tematica ostica e in continua evoluzione. Ti consigliamo di chiedere consulenza al tuo commercialista, così ti potrà consigliare ed informare al meglio sulla tematica e poi di tenerti sempre aggiornato, monitorando la sezione dedicata alle pensioni nel sito dell’INPS.

Sarà fondamentale farti trovare preparato sulla questione della pensione per capire l’importanza dei contributi da pagare e per fare un calcolo, seppur approssimativo, dell’importo della tua futura pensione di vecchiaia o anticipata che sia. Questo ti aiuterà anche a valutare l’ipotesi di iniziare a crearti un cuscinetto di risparmi extra da tenere in serbo per gli anni a venire, in modo da non farti trovare all’età pensionabile scoperto dopo molti anni di lavoro.

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