Rebranding: Esempi di come migliorare il Look aziendale (e il Fatturato)

Rebranding: Esempi di come migliorare il Look aziendale (e il Fatturato)

12 Nov 2019 | Articoli su Marketing

Rebranding Fare rebranding è come fare branding? Per trovare la risposta a questa domanda, bisogna conoscere la differenza tra le due cose rispetto all’attività dell’azienda. Scopri in che consiste il rebranding attraverso i migliori esempi di come rinnovare il look aziendale per riconquistare il mercato.

Cos’è il branding e cos’è il rebranding

Prima di scoprire cos’è il rebranding capiamo cos’è il branding applicato ai prodotti e al retail, sia online, sia offline. Se un’azienda non ha un brand ben costruito, il suo prodotto risulta “orfano” nel mercato e non è in condizioni di:

  • stare in linea con i trend del momento
  • comunicare efficacemente ai clienti e sue qualità
  • tenere allineata la sua immagine aziendale con i valori e gli obiettivi strategici che si è posta
  • sfondare nei mercati, vecchi e nuovi
  • valorizzare i prodotti o servizi offerti
  • sbaragliare la concorrenza di settore e ottenere autorevolezza nel mercato

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Se il tuo marchio è riuscito a raggiungere questi obbiettivi, vuol dire che il branding è andato a segno. Può succedere però che la tua attività attraversi un momento critico, per esempio:

  • non risulta più al passo con i tempi agli occhi dei consumatori
  • deve affrontare un cambiamento d’assetto aziendale, come la fusione con altra ditta, la divisione o l’unificazione di settori produttivi o l’avvio di un nuovo servizio ai clienti
  • perde posizioni sul mercato ed ha un minor seguito di consumatori
  • ha fatto scelte sbagliate di branding o naming all’inizio e ora ne paga le conseguenze
  •  ha una cattiva reputazione per qualche mossa falsa (prodotti difettati, servizio scarso, pubblicità controproducente, discredito sui social)

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Quando si verificano uno o più di questi casi scatta il rebranding, cioè la ri-progettazione del brand con cui l’azienda, il prodotto o il servizio vengono rilanciati sul mercato, allo scopo di riguadagnare i clienti persi. La chiave del rebranding è il rinnovamento del Logo, che condiziona l’intero look aziendale. Leggi di seguito in cosa consiste questa rivoluzione e quali mosse fare per avviarla.

Rebranding, ovvero la ri-progettazione del marchio d’azienda

Rebranding Logo: ovvero come rinnovare il look aziendale in 3 fasi

E’ arrivato il momento di rinnovare il look aziendale con il rebranding, che si divide in tre fasi fondamentali:

1) La fase persuasiva

Inizia con gli stakeholders coinvolti, che hanno potere di approvare il rebranding. Gli stakeholders sono tutti i soggetti coinvolti a vario titolo in una organizzazione. Per dimostrarne la necessità devi fornire loro dati precisi e dimostrabili sui risultati ottenuti dall’azienda. Poi focalizzi l’attenzione sul Logo e sull’analisi dei benefici che apporta: se riesce ancora a trasmettere la mission aziendale, come e perché ci riesce o quali sono gli aspetti grafici sorpassati.

2) La fase progettuale

Si avvia insieme ad un professionista o a un team di esperti in grado di rinnovare il look aziendale partendo dai punti chiave, cioè:

  • Di cosa si occupa l’azienda rispetto al passato?
  • Qual è la sua mission? Cioè cosa vuole trasmettere e in cosa vuole distinguersi oggi rispetto ai competitor?
  • Qual è l’attuale Design della comunicazione aziendale
  • Problemi reali e possibili soluzioni, individuati sfruttando il metodo del Design Thinking

3) La fase comunicativa

Si rivolge al pubblico con campagne pubblicitarie mirate, sfruttando il Logo riveduto e corretto, che trasmette il rinnovamento del look aziendale. Il rebranding stabilisce chiaramente dove va inserito il nuovo Logo per diffonderlo: sulla carta stampata, nel web, sui gadget, sui social, con il video Storytelling. Il Logo è al centro dell’intera operazione e per rinnovarlo il team di rebranding deve:

  • Valutare se il nome dell’azienda va salvato, modificato o se va inventato un nome aggiuntivo
  • Progettare un nuovo logotipo grafico, il pay-off associato e il naming per la pubblicità, in continuità con il vecchio brand

Tutto questo ti sembra complicato? Ecco due esempi contemporanei di rebranding che hanno funzionato alla grande

Il rebranding “cambia faccia” all’azienda, cura la sostanza del prodotto ma è legato al Design della comunicazione. Ecco due esempi contemporanei che lo testimoniano.

1) Il rebranding di Firefox

rebranding Firefox

Il rebranding di Firefox, nel 2019

L’immagine della volpe è al centro del brand di Firefox, nato per prodotti e servizi che mettono al primo posto la privacy dell’utente, come la crittografia per i file grandi, la protezione delle password sui dispositivi, l’avviso tempestivo in caso di violazione dei dati. Insomma, un browser che non se la fa fare sotto il naso, furbo come una volpe, appunto. Ultimamente però è stato aggiunto un altro concetto per stare al passo con i tempi, quello di elasticità, per esprimere l’adattamento ai cambiamenti nel mondo.

Firfox tutela la privacy degli utenti. E’ un browser furbo come una volpe

La nuova mission del browser Firefox ha richiesto un nuovo look aziendale e la revisione dei Loghi per ciascun prodotto, compresa la famosa icona da tenere sul desktop a portata di click. Il concetto di base ora è quello della fiducia in un browser che custodisce il segreto dei tuoi dati personali, favorendo però anche la comunicazione planetaria all’insegna della trasparenza totale. Gli eroi di questa rivoluzione del brand, iniziata più di un anno fa, sono Michael Johnson, che ha studiato l’identità del marchio Mozilla; Jon Hicks, autore del vecchio Logo Firefox e Michael Chu, autore del nuovo marchio e delle icone di sistema.

2) Il rebranding di Disegual

rebranding Disegual

Il rebranding Disegual nel 2019

Il nuovo CEO di Desigual, Guillem Gallego, assunto solo qualche mese fa, ha comunicato subito l’intenzione del brand di rinnovarsi completamente a partire dal giugno del 2019. Infatti nel primo semestre 2018, il gruppo aveva ridotto il proprio fatturato del 13,5%, a 323 milioni di euro, mentre nel 2017, la riduzione ammontava all’11,5%, cioè 761 milioni di euro, chiudendo l’anno con 500 negozi, rispetto ai 523 del 2016 e ai 552 del 2015. Un campanello d’allarme che ha dato il via libera al rebranding.

La perdita di posizioni sul mercato ha fatto suonare il campanello d’allarme: serve un rebrand

Come dice Gallego: «Ci muoviamo in tre direzioni: il miglioramento delle nostre collezioni, il lancio di un nuovo marchio rinnovato e legato ai valori storici di Desigual e la creazione di una rete distributiva ottimale». Pare, infatti, che col tempo il brand abbia perso il contatto con i clienti più giovani, per cui lo stile va aggiornato in modo da catturare il target dei 25-35enni, conservando però la chiavi stilistiche “arty”, “patch” ed “etnico”, lasciando invariati i prezzi medi dei prodotti e migliorandone la sostenibilità.

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L’elemento più importante della campagna appena iniziata è naturalmente il nuovo Logo: la scritta Desigual ora è addirittura al contrario, per distinguersi dalla massa, perfettamente riconoscibile pur essendo essenziale, e viene usato sia nei video storytelling delle sfilate, sia stampato sui capi di abbigliamento basic.

Questi due esempi ti hanno certamente illuminato, ma ora ti starai chiedendo come fare rebranding per la tua attività: trovare esperti adatti al tuo budget non è difficile, basta cercare nel posto giusto…

A chi affidarti per fare un rebranding?

Anche se la tua azienda non è un colosso hai capito che è arrivato il momento di rifarle il look rispetto al mercato, con un rebranding che dia una svecchiata al Logo. Non scoraggiarti, e cerca subito il team di esperti freelance, in grado di arrivare all’obbiettivo tenendo sotto controllo i costi. Buona fortuna!

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