Spot pubblicitari, il rapporto tra cliente e freelance

Spot pubblicitari, il rapporto tra cliente e freelance

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Paolo Goglio

Paolo Goglio, in una giornata di pioggia battente, camminando per strada, ha rilasciato ad AddLance questa intervista. Operatore di riprese video outdoor, esperto di video comunicati flash, ha parlato con noi di spot pubblicitari e di video spot aziendali. Nelle sue parole c’è la ricerca costante di equilibrio tra la propria esperienza professionale acquisita in anni di lavoro e le esigenze di clienti sempre più confusi dalle mode del momento, con idee poco chiare e a volte egocentriche. Come evolve il rapporto tra cliente e freelance quando si commissiona uno spot pubblicitario? Quali sono le mode e le realtà oggi? Creare uno spot pubblicitario che soddisfi tutti non è affatto semplice, ma vediamo i dettagli.

Qual è la cosa più importante che ha imparato nel corso della sua esperienza professionale?

La cosa più importante che ho imparato è che non si impara mai abbastanza! Ogni occasione di lavoro è diversa e in ognuna di essa si possono sperimentare cose nuove. Altra cosa fondamentale è stare al passo con i tempi, aggiornarsi, soprattutto sul fronte del progresso tecnologico. Se fino a qualche anno fa, i cambiamenti avvenivano ogni 5 o addirittura 10 anni, oggi viviamo in un cambiamento pressoché continuo. La tecnologia e le varie tecniche evolvono molto rapidamente, per cui è impossibile pensare di non formarsi, di fermarsi. Tutti quelli che hanno trascurato l’aggiornamento professionale sono i primi ad essere caduti, soprattutto nei periodi di crisi.

Fra le tecniche di riprese video, soprattutto in relazione agli spot pubblicitari, cosa va per la maggiore tra i suoi clienti in questo momento?

La mia percezione è che i clienti arrivino in studio con un’aria piuttosto smarrita. Sono sollecitati da un sacco di “mode” che spesso fanno anche fatica a riferire al freelance. Si informano su internet o con il passaparola, ma ciò genera spesso confusione e dissesta i margini di richiesta dei clienti stessi. Questo non vale solo nei colloqui per la realizzazione di un nuovo sito internet, anche tra i clienti che vorrebbero un video (promozionale aziendale o spot pubblicitari) il problema è simile. Il freelance ha anche il compito di informare e guidare il proprio cliente nella scelta, non tanto per seguire le mode del momento, quanto per stare al passo con il presente. Ad esempio, se devo girare video pubblicitari, le parole d’ordine saranno brevità (massimo 30-60 secondi) e qualità (fullHD o 4k). Altrimenti, con il mio lavoro, avrò mancato l’obiettivo perché all’utente finale non riuscirà ad arrivare il messaggio.

Più che parlare delle tecniche di ripresa che vanno di moda adesso, porrei l’accento su tre caratteristiche che un buon video promo oggi deve avere: deve essere fruibile, versatile e catturare l’attenzione dell’utente. Tre aspetti ottenibili facendo leva soprattutto sulla competenza  (e sulla formazione) dell’operatore che si intende ingaggiare.

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Quindi, qual è, oggi, l’identikit del committente?

In questo periodo vedo un cliente con poca liquidità e soprattutto con poca proiezione all’investimento per l’audiovideo. C’è una sola eccezione: il web. Sul web, sulla propria presenza online, c’è più consapevolezza di investimento e il cliente è più recettivo. I video aziendali si giravano soprattutto per le fiere, che attualmente sono sospese a causa del Covid. Diciamo pure che il cliente ideale non lo hanno ancora inventato (ride, ndr) e che forse bisogna partire dallo scardinamento del trinomio cliente-servizio-pagamento. Questo loop, oggi, non funziona sempre in maniera ottimale e soprattutto in momenti di crisi è difficile, per un freelance, riuscire a completare rapidamente il cerchio.

Una buona alternativa, a cui io stesso mi dedico da diverso tempo, è l’auto produzione. Grazie alle competenze acquisite si può diventare “imprenditori di se stessi” e fare questo passo. Io, ad esempio, realizzo video e format TV che poi vendo come prodotto già finito direttamente alle televisioni.

Se la affiancasse un giovane apprendista, quale cosa gli insegnerebbe per prima e quale invece gli direbbe di evitare assolutamente per non fare errori?

Errori se ne fanno tanti e al tempo stesso, facendo, si imparano tantissime cose. Se un giovane venisse da me in cerca della possibilità di apprendere (ed è successo!) lo accolgo, lo accudisco e lo istruisco anche da zero, se necessario. Coltivare un talento è per me una delle missioni lavorative. Ma il giovane apprendista deve dimostrare amore per questo lavoro.

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Fare riprese video è un lavoro molto bello, ti porta a viaggiare a sperimentare ed è un ottimo modo per conoscere il mondo. Ma serve umiltà. Per apprendere, per lavorare e soprattutto per entrare nelle esigenze del cliente. Bisogna imparare ad ascoltare il committente e non focalizzarsi solo sul proprio “io artistico”.

Intervista a cura di Valentina Tortelli

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