Web Content Editor, Piccola Guida su come Scrivere senza Errori Grammaticali

Web Content Editor, Piccola Guida su come Scrivere senza Errori Grammaticali

24 Lug 2018 | Articoli su Scrittura

web content editorWeb Content Editor, se stai pensando di rivolgerti al mercato con questa qualifica o se lavori già e a volte ti viene qualche dubbio grammaticale (capita!), ecco una piccola guida che può aiutarti a scrivere correttamente. Evitare strafalcioni ti permetterà di presentarti sempre in modo impeccabile e professionale e i tuoi committenti saranno sicuramente soddisfatti.

Web Content Editor, oggi tutti vogliono essere sul web con contenuti interessanti (quindi servi tu)

Il Web Content Editor, soprattutto freelance, è una delle nuove professioni più richieste dal mercato, dal momento che tutte le aziende sono su internet con i propri siti e molte tra loro stanno affiancando un blog quale strumento di marketing. Quindi sono costantemente alla ricerca di un professionista che sappia gestire per loro i contenuti web. Un piccolo vademecum di pronto impiego non può che esserti utile se vuoi farti le ossa nell’arte dello scrivere (bene) o se sei già un professionista navigato ma ti assale qualche dubbio improvviso. Parliamo di un vademecum per evitare grossolani errori grammaticali che potrebbero farti perdere diversi punti nella considerazione che i committenti possono avere di te. Per quanto riguarda invece i refusi e le sviste, per queste non c’è nessuna guida come rimedio. Solo una rilettura attenta e certosina può farteli evitare.

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Gli errori di grammatica più comuni e come evitarli

Riguardano soprattutto le parole accentate e i plurali. Attenzione dunque anche a piccole sviste. Di solito chi scrive per mestiere non cade in questi tranelli della lingua italiana, mentre chi scrive magari un guest post su un tema specifico, non essendo Web Content Editor di professione, potrebbe incapparvi.  Ecco come puoi trarti d’impaccio se hai dei dubbi.

  • Plurali: attenzione alle eccezioni e alle differenze. Provincia diventa province; ciliegia diventa ciliegie e non ciliege.
  • Apostrofi
    • si apostrofano gli articoli indeterminativi seguiti da sostantivi femminili che cominciano per vocale, mai i maschili. Qualcun’altra e qualcun altro. Non si scrive mai qualcun’altro.
    • Si apostrofano alcuni i verbi imperativi alla seconda persona singolare: Va’ (per dire vai), di’ (imperativo del verbo dire), da’ (imperativo di dare).
    • La parola po’ non si accenta, si apostrofa. Per non sbagliare basta ricordare che po’ è il troncamento della parola poco: passane un poco (un po’) anche a me.
  • Accenti. Vale la regola che si accenta la parola (verbo o sostantivo) che può essere confusa con un’altra, ad eccezione di quelle che possono essere confuse solo con le note musicali. Quindi non si accenta Io doEgli fa, poiché do e fa possono essere confusi solo con le due omonime note musicali e con nessun’altra parola della lingua italiana. Anche Egli sta, Ella va non vanno accentati. Ricordiamoci che fa non vuole mai l’accento: “cento anni fa”, “Mario fa una giravolta”. Inoltre, è bene ricordare che gli accenti possono essere acuti (sono stretti nella pronuncia) o gravi (sono aperti nella pronuncia). Graficamente l’accento grave si scrive è e l’accento acuto é. Il classico esempio: poiché e cioè. Il pronome se si accenta acuto si scrive . È vero che i programmi di videoscrittura come Word hanno il correttore automatico ma è sempre bene sapere queste cose a prescindere.
  • La parola po’ non si accenta, si apostrofa. Per non sbagliare basta ricordare che po’ è il troncamento della parola poco: passane un poco (un po’) anche a me. Quindi scriverlo accentato è un errore davvero molto grave.
  • Altro errore molto grave da evitare riguarda la parola qual è. Si scrive sempre e senza nessuna eccezione senza apostrofo.
  • Attenzione, infine, alla parola (verbo) centrano che è molto diversa da c’entrano. Se vuoi scrivere due persone che tra loro non c’entrano nulla, devi usare l’apostrofo!

 

Attenzione anche alle parole trabocchetto e alla consecutio temporum

Esistono delle parole, nella lingua, italiana, che la cui scrittura può differire leggermente dalla pronuncia e per questo trarre in inganno chi scrive. Attenzione, dunque, quando scrivi del luogo dove atterrano e decollano gli aerei: digita aeroporto e non aereoporto. Vuoi conoscere le altre parole trabocchetto?

  • Purtroppo e non pultroppo
  • proprio e non propio
  • soprattutto e non sopratutto
  • guadagniamo e non guadagnamo
  • ipotizziamo e non ipotiziamo
  • collutorio e non colluttorio
  • accelerare e non accellerare

Oltre ad essere in guardia sulla grammatica e sull’ortografia, quando si scrive per qualunque supporto (dunque anche per il web) bisogna prestare attenzione alla concordanza dei tempi verbali. In latino si chiama consecutio temporum e chi l’ha studiata al liceo, lo sa bene. Molte persone che non scrivono per mestiere o i professionisti che lasciano un articolo a metà e poi lo riprendono dopo del tempo, possono fare l’errore di mischiare tempi verbali che tra loro non c’entrano nulla. Il rischio non è solo estetico è soprattutto funzionale e il lettore rischia di non capire correttamente. La consecutio temporum, infatti disciplina i tempi verbali tra la proposizione reggente e la sua subordinata (o subordinate). In altre parole, la concordanza dei tempi descrive solamente il rapporto temporale tra principale e subordinata. Ecco due schemi, mutuati da Wikipedia, che spiegano bene il concetto e compongono delle frasi corrette.

Principale Subordinata rapporto temporale
Luisa pensa (presente) che io sia andato a Roma (congiuntivo passato) anteriorità
che io vada a Roma (congiuntivo presente) contemporaneità
che andrò a Roma (futuro semplice) posteriorità

 

 

Principale Subordinata rapporto temporale
Luisa pensava (imperfetto) che fossi andato a Roma (congiuntivo trapassato) anteriorità
che andassi a Roma (congiuntivo imperfetto) contemporaneità
che sarei andato a Roma (condizionale passato) posteriorità

 

 

Pensi di aver bisogno di un Web Content Editor per il tuo sito?

È probabile (e anche piuttosto normale) che la lettura di questo post di abbia un po’ confuso le idee. In realtà molte delle regole e delle eccezioni indicate in questo articolo le applicherai sicuramente di già e in modo del tutto automatico. Tuttavia, se pensi di non essere all’altezza di scrivere in modo professionale le tue e-mail e soprattutto il tuo blog aziendale, sappi che puoi ingaggiare un Web Content Editor freelance in grado di fare il lavoro per te. Puoi discutere con lui/lei il piano editoriale, definire il target a cui il tuo sito si rivolge e poi lasciare la creazione e la gestione dei contenuti al professionista che hai scelto. Per far sì che vada tutto a buon fine, puoi richiedere ai candidati che hai selezionato di produrre per te un articolo di prova oltre a farti mostrare il loro portfolio.

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