Facebook Marketing: Creatività, non solo Metriche

Facebook Marketing: Creatività, non solo Metriche

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Gianmarco Corradi

Questa volta AddLance Blog ha intervistato Gianmarco Corradi, diplomato in Comunicazione creativa per i Beni Culturali all’Accademia di Brera e social media manager di professione. Gianmarco si occupa del Facebook marketing per diversi clienti e di queste esperienze ci svela aneddoti che sono oro per i “futuri colleghi”. In un colloquio ricco di spunti per chi lavora nella comunicazione digitale e nella promozione, ecco cosa tenere bene a mente per condurre campagne Facebook (ma non solo) con un buon successo.

Amo inventare nuovi progetti e format per le pagine social“. Lei sul suo profilo AddLance si descrive così. Allora le chiedo: Quanta parte di creatività c’è nella professione del social media manager e quanto invece è una professione che pianifica in modo quasi scientifico i contenuti da erogare?

Credo fermamente che nel mio lavoro abbiano una parte importante entrambe le cose, ma come diceva il buon Bill Gates “Content is king“, e dietro un buon contenuto per me c’è innanzitutto una buona creatività. Il contenuto è così importante perché è sempre la risposta a una domanda, conscia o inconscia, dunque l’attenzione ai numeri e alle metriche è importante, ma quando è troppa rischia di svilire il contenuto stesso. In fondo sono certo che se fossimo ingegneri questo lavoro non ci verrebbe benissimo. La creazione di un piano editoriale parte da un bellissimo caos. Una buona pratica è sempre lasciar parlare per prima la creatività e poi direzionare il pensiero a modulare tutto in un’ottica di efficacia ed efficienza.

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Ha una discreta esperienza sul campo, lavorando come social media manager dal 2014. Quali sono i punti chiave che si ripetono quasi sempre e che ha osservato cliente per cliente, quando conduce campagne di Facebook marketing o su altri social? (ad esempio ad un certo punto della gestione di una pagina aziendale, succede “x”; oppure: dopo un po’ di tempo, emergono queste difficoltà)

Quasi sempre dopo il lancio di una mostra, di un nuovo prodotto o collezione c’è un calo fisiologico di interazioni. Si può accettare questo calo o agire con delle azioni precise, come un aumento delle sponsorizzazioni.

Un altro punto chiave è che nel digitale sotto sotto non c’è mai un punto di arrivo. Dunque vale la pena sperimentare, a volte rischiare e soprattutto non fermarsi mai nel cercare di migliorare. C’è una frase di Antoine Boulte di Google Francia che ben sintetizza questo concetto: “Il percorso verso la maturità digitale non è sempre chiaro, ma è importante continuare ad andare avanti“.

Il social media manager è una professione molto richiesta attualmente, ma anche molto inflazionata. Tante persone se ne occupano (alcune in modo più professionale di altre). In questo quadro, come può un SMM spiccare rispetto al resto dei colleghi? Come si può ottenere la giusta visibilità che punta dritta all’ingaggio?

Come è stato per me, bisognerebbe avere la fortuna di trovare subito un cliente con cui sperimentare e crescere per poter poi presentarsi al meglio ai potenziali clienti. Nel momento in cui si inizia a lavorare per un cliente è importante innanzitutto ascoltarlo, poi farsi le giuste domande, fissare obiettivi chiari, ricordarsi di essere inclusivi e tenere sempre a mente delle regole. Ad esempio, uno dei miei cavalli di battaglia, che mi porto dietro dall’Accademia di Brera dove mi sono diplomato in Comunicazione Creativa per i Beni Culturali, è che la qualità è già un messaggio in sé.

Inoltre, almeno inizialmente, è utile scegliere un settore a cui puntare e in cui diventare forti, poi solo dopo qualche anno aprirsi anche a campi diversi, magari affini. Ad esempio, io oggi oltre che per l’arte lavoro anche per il design e la moda.

Non ultimo, i social media nascono per creare o mantenere delle relazioni e se si lascia tutto solo alla strategia si perde tanto di qualità. Una volta un cliente mi ha confessato di avermi cercato e scelto perché dal profilo del Museo Poldi Pezzoli, di cui seguo i canali social da circa sei anni, si percepiva che tutto era fatto col cuore, ed è stata una bella soddisfazione.

Ci racconti la sua sfida più difficile e come è andata a finire

La sfida che ricordo più volentieri, essendo anche una sfida vera e propria (in senso di gioco) è stato il lancio sui social del Museo Poldi Pezzoli di #NomiCoseNeiMusei, col quale invitavamo tutte le istituzioni e i musei a giocare a Nomi-cose- città con gli oggetti o le opere delle loro collezioni, e il risultato è stato incredibile: più di 200 contributi e inaspettatamente, dopo il Metropolitan Museum di New York, più di 40 altri musei stranieri hanno partecipato da Stati Uniti, Singapore, India, Kazakistan, Spagna, Slovacchia, Germania e Austria. Ogni giorno c’era una piacevole sorpresa.

Leggi anche Come aumentare i clienti usando i social

Abbiamo concluso l’intervista con Gianmarco. Sei pronto anche tu adesso a impostare una campagna Facebook o a lanciarti nel marketing sui social traendo spunto (e vantaggio) dall’esperienza di questo profilo senior. Se invece sei un’azienda e hai bisogno di un social media manager, contatta Gianmarco e gli altri suoi colleghi direttamente su AddLance!

Intervista a cura di Valentina Tortelli

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